P. Sosa tiene il discorso di fine anno

P. Arturo Sosa SJ, 14 dicembre 2022
Conversazione con un gruppo di giornalisti a Roma

Innanzi tutto vi ringrazio per aver accettato l’invito a partecipare a questo incontro pre-natalizio organizzato dall’Ufficio Comunicazione e da altri membri della Curia Generalizia della Compagnia di Gesù. Siamo molto contenti di poter apprezzare il lavoro di comunicazione che fate tutti i giorni nel corso dell’anno. Come in altre precedenti occasioni, cerchiamo di aprire questo spazio di scambio informale che non pretende di essere una “conferenza stampa”, ma un interscambio di esperienze e riflessioni all’avvicinarsi della fine dell’anno 2022.

Prima di ascoltare vostre osservazioni o domande, permettetemi di condividere alcuni sentimenti e riflessioni su quanto vissuto nel corso dell’anno, che non esito a qualificare come sfidante, se non sconvolgente, e che ha prodotto più domande che risposte.

1 Nel mezzo di un cambiamento di epoca storica, le cui conseguenze intravvediamo appena, il mondo che emerge dall’esperienza traumatica della pandemia del COVID-19, si mostra ancor più disuguale, con strutture sociali che aumentano l’ingiustizia, facendoci sperimentare importanti trasformazioni geopolitiche e con l’ambiente in un processo di deterioramento per decisioni che non si prendono o si rimandano continuamente.

Allora sorge con forza la domanda se l’umanità abbia perso un’opportunità di fare i cambiamenti strutturali necessari che permettano di chiudere le brecce di questa ingiustizia che genera povertà: flussi di milioni di persone in cerca di migliori condizioni di vita, forme crescenti di violenza e aumento del deterioramento ambientale.

2 Quando meno ce l’aspettavamo, è scoppiata la guerra tra Ucraina e Russia, che interessa direttamente i Paesi vicini della Bielorussia, Polonia, Moldavia, Romania e il resto dell’Europa. I nostri confratelli gesuiti presenti sul territorio hanno appoggiato attivamente il popolo ucraino, sostenendo la sua fede e aiutando coloro che cercano rifugio dalla guerra, da qualunque parte vengano. Tutto il corpo della Compagnia ha collaborato con la rete coordinata dal Servizio Gesuita per i Rifugiati d’Europa, con sede a Bruxelles, in un vasto piano di accoglienza, accompagnamento e sostegno umanitario dentro e fuori il territorio dell’Ucraina. Sono profondamente grato ai tanti che hanno reso possibile il nostro contributo ad attenuare la sofferenza di tante persone in condizioni di vita quasi insopportabili.

Anche altre guerre hanno attratto l’attenzione di comunità e province della Compagnia di Gesù. Per esempio in Sud-Sudan, nella Repubblica Democratica del Congo, nella Repubblica Centroafricana, in Siria...

3 I gesuiti e i loro compagni e compagne nella missione si trovano in mezzo ad altre situazioni pericolose a causa dell’allarmante deterioramento della democrazia e all’aperta violazione dei diritti umani, che minacciano in diversi modi i popoli con cui condividiamo la vita e il servizio. Potrei citare esempi in diversi continenti, ma mi limito a ricordare l’incomprensibile assassinio dei Padri gesuiti Javier Campos (79 anni) e Joaquín Mora (80 anni), unitamente alla guida turistica che aveva cercato rifugio nella chiesa, nella Sierra della Tarahumara in Messico, nel giugno di quest’anno.

Questo fatto ha permesso di richiamare profeticamente l’attenzione sull’aumento incontrollato della violenza in Messico. Si contano a migliaia le morti e le sparizioni di persone in questo Paese.

4 Il Servizio Gesuita per i Rifugiati continua nella sua opera moltiplicando i propri sforzi per rispondere alla drammatica situazione dei migranti in tante parti del mondo. La crisi dell’Afghanistan, nell’agosto 2021, con il ritorno dei talebani al potere, è stato un momento particolarmente drammatico che ha messo a prova il popolo, così come coloro che, al suo fianco, cercavano di salvare vite.

Il JRS ha sviluppato uno sforzo crescente per andare al di là della prima risposta e offrire diverse forme di accesso ad un’educazione di qualità per migliaia di bambini e giovani in campi per rifugiati o in condizioni comunque di rifugio.

5 La 36ª Congregazione Generale, riunita nell’ottobre 2016, ha sollecitato tutta la Compagnia all’impegno per la creazione di una cultura della salvaguardia di bambini, giovani e persone vulnerabili, come una delle dimensioni cruciali della giustizia sociale. Un cambiamento culturale richiede processi lunghi, programmati e valutati costantemente, il che suppone di imparare lungo il cammino. È stato compiuto un grande sforzo per ottenere che tutto il corpo della Compagnia di Gesù, radicato in contesti diversissimi, con percezioni molto differenti del problema e delle vie di soluzione, giungesse al medesimo livello di comprensione e di risposta ai singoli casi e a chiare politiche di prevenzione. La totalità delle 69 unità amministrative della Compagnia (Province e Regioni), sostenute dalle Conferenze Regionali hanno partecipato attivamente a questo sforzo.

Oggi abbiamo una mappa esatta dello stato in cui si trova ognuna delle unità amministrative in materia di attenzione e prevenzione. Oggi si sa se esse impostano programmi per migliorare o consolidare la realizzazione di ambienti sicuri nelle scuole, università, centri sociali, parrocchie o altre opere apostoliche sotto la nostra responsabilità. I protocolli di protezione dei minori sono ben sviluppati in tutte le parti. Per quanto si riferisce agli adulti vulnerabili resta molto cammino da fare sia da parte nostra che da parte della Chiesa Cattolica e della società civile in generale.

In accordo al cammino che ciascuna delle unità amministrative ha compiuto, si sono stabiliti programmi per la formazione dei gesuiti e di tutte le persone che condividono la nostra missione, così come meccanismi di valutazione e accompagnamento che permettano di crescere in una nuova cultura della protezione.

6 Ho detto che siamo in un processo complesso di apprendimento continuo in questa materia, che ha, inoltre, uno speciale impatto comunicativo. Il caso che è diventato pubblico la scorsa settimana in relazione al P. Marko Rupnik è un buon esempio del molto che dobbiamo ancora imparare, soprattutto sulla sofferenza delle persone. Questo caso, come altri, ci riempie di stupore e di dolore, ci porta a comprendere e a sintonizzarci con la sofferenza delle persone coinvolte nell’una o l’altra forma. Ci pone davanti alla sfida di rispettare questo dolore nel medesimo tempo in cui si avviano, scrupolosamente, i procedimenti esigiti dalle leggi civili o canoniche e si comunica in una forma che non nasconde i fatti, mentre, illuminati dal Vangelo e da altre esperienze umane, si aprono cammini verso la guarigione delle ferite prodotte.

Casi come quello del P. Rupnik sono di esclusiva competenza del Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF), che si avvale dei Superiori Religiosi per realizzare tanto le investigazioni previe come gli eventuali processi amministrativi-penali, restando sempre la decisione finale al DDF. In questo caso il DDF ha ricevuto direttamente una denuncia di superamento dei limiti consentiti nelle relazioni tra il P. Rupnik e persone adulte consacrate della Comunità Loyola, in Slovenia, mentre esercitava attività pastorali vincolate al ministero sacramentale. Questi fatti sono accaduti nei primi anni ’90 del secolo scorso. Il DDF ha chiesto alla Compagnia di Gesù di procedere immediatamente all’investigazione previa. Ricevuta l’informazione e l’incarico la Compagnia ha preso le misure cautelari proporzionali al caso. L’investigazione previa fu realizzata da persone competenti, esterne alla Compagnia e i risultati consegnati al Dicastero. Dopo che il Dicastero ebbe studiato il dossier e comunicato che le denunce ricevute erano legalmente prescritte, abbiamo voluto passare dal livello giuridico a quello del prenderci cura della sofferenza causata e del cercare di sanare le ferite aperte. Mantenere in vigore le misure di restrizione del ministero del P. Rupnik costituisce uno degli elementi di un complesso processo che, lo sappiamo bene, richiede tempo e per il quale non ci sono ricette predefinite. Fa parte dell’apprendistato che stiamo facendo, cercando di non sbagliarci.

7 Un’esperienza che vale la pena di condividere in questa occasione è la creazione e il cammino della Commissione sul ruolo della donna nel corpo apostolico della Compagnia di Gesù. La constatazione della larghissima partecipazione di donne a tutti i livelli del lavoro che si fa sotto la responsabilità della Compagnia di Gesù e la necessità di approfondire questa partecipazione, furono la motivazione e il punto di partenza di questa Commissione.

Essa ha come obbiettivi di valutare le condizioni in cui si attua questa partecipazione e proporre modalità per migliorarla. La Commissione è composta da sei donne, una per ogni conferenza regionale (una è anche religiosa), un uomo laico e quattro gesuiti di diverse province. Fu costituita nel marzo del 2021 con un programma di lavoro di tre anni.

La prima fase fu di conoscenza reciproca dei membri della Commissione, in quanto non si conoscevano prima tra loro e per la ricerca della persona che avrebbe coordinato il processo. Si vide la necessità di andare oltre ai membri della Commissione e di realizzare un sondaggio che abbracciasse la diversità delle situazioni nelle quali le donne partecipano al lavoro della Compagnia. Per questo ci si servì dell’appoggio dell’Istituto di Cultura Filippina dell’Università Ateneo di Manila, con il quale si programmò una prova pilota per la quale si prepararono temi, domande…Solo nell’ottobre di quest’anno 2022 fu possibile riunirsi in presenza qui a Roma. Fino ad allora tutto il lavoro era stato svolto on-line. Durante questo incontro si confermò l’importanza di realizzare un survey ampio. Con la presenza dell’équipe dell’Istituto dell’Ateneo di Manila, si programmò un’inchiesta ambiziosa che si realizzerà nel 2023, al fine di presentare - una volta studiati i risultati - le opportune raccomandazioni alla Compagnia di Gesù nel 2024.

Il procedimento seguito mi dà molta speranza e attendo con ottimismo le raccomandazioni che questa Commissione proporrà per migliorare la qualità della partecipazione delle donne alla vita apostolica del corpo della Compagnia.

8 È stata anche avviata l’organizzazione della partecipazione dei giovani legati alle opere della Compagnia alla Giornata Mondiale della Gioventù che si realizzerà a Lisbona ad agosto 2023.

Come le volte precedenti, si tratterà di partecipare alla Giornata Mondiale stessa, ma anche di realizzare un programma previo in cui un paio di migliaia di giovani partecipano ad esperienze locali di volontariato in comunità del Paese in cui si realizza la Giornata Mondiale. Questa volta si faranno in Portogallo e in Spagna.

Questo costituisce un altro segno che alimenta la mia Speranza nelle possibilità di contribuire alla trasformazione della realtà e di camminare insieme verso un futuro più giusto e umano.

9 La Compagnia di Gesù sta anche partecipando attivamente al processo sinodale che prepara il Sinodo sulla sinodalità che si realizzerà nelle due sessioni previste di ottobre 2023 e ottobre 2024.

Partecipiamo a livello di Diocesi, nelle conferenze di religiose e religiosi e nelle reti apostoliche. Collaboriamo pure direttamente con la Segreteria del Sinodo del Vaticano, partecipando alle commissioni di metodologia, spiritualità e teologia. Un contributo specifico è costituito dal Programma di Leadership Discernente che quest’anno è stato offerto in inglese, spagnolo e italiano a Roma e in altri Paesi.

10 Quando ci siamo incontrati l’anno scorso, era iniziato l’Anno Ignaziano 2021-2022culminato a Loyola il 31 luglio di quest’anno. Devo dire che si è trattato di un’esperienza meravigliosa che ha superato ampiamente le mie aspettative personali e quelle del gruppo promotore.

È diventato un’occasione per incentivare la creatività delle Province e delle opere apostoliche, che hanno organizzato iniziative senza numero secondo le persone, i tempi e i luoghi. Il suo frutto principale è stato quello di rinnovare il desiderio di continuare il processo di conversione a cui ci chiamano le Preferenze Apostoliche Universali 2019-2029 che voi conoscete: mostrare il cammino verso Dio...; camminare con gli esclusi...; accompagnare i giovani...; contribuire alla cura della Casa Comune.

All’inizio di questo incontro avete potuto conoscere alcune delle esperienze: le esperienze del “colpo di cannone” nella propria vita di alcune persone, la sintesi del concorso giovanile di video e il lancio della nuova App di Pellegrinaggi Ignaziani...

La vita della Compagnia di Gesù è molto più ricca di quanto emerga da ciò che ho presentato in questa introduzione. La rivista Gesuiti che avete ricevuto illustra altre dimensioni di questa vita e il contatto diretto in tanti Paesi in cui si svolge, e dipinge un quadro dai molti colori. Tutto questo riempie il cuore di allegria e di Speranza.

Vi ringrazio molto per la vostra attenzione e il vostro interesse.

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Pubblicato da Communications Office - Editor in Curia Generalizia
Communications Office
L’Ufficio Comunicazione della Curia Generalizia pubblica notizie di interesse internazionale sul governo centrale della Compagnia di Gesù e sugli impegni dei gesuiti e dei loro partner. È anche responsabile delle relazioni con i media.

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