La migliore chiave è sempre l’educazione
Apu Palamguwan Cultural Educational Center (APC): questo nome si riferisce a un anziano Pulangiyēn che immaginava che i suoi “bambini avrebbero potuto scrivere la loro storia”. Quest’organizzazione è un’opera gesuita, legata all’ESSC (Environmental Science for Social Change), che realizza un programma educativo completo per gli indigeni Pulangiyēn che vivono a Bendum, sull’isola di Mindanao nelle Filippine. Vi sono ammesse anche le famiglie dei migranti. Si tratta di filippini provenienti da altre parti del paese che si sono stabiliti nella regione essendovi stati portati dalle compagnie forestali per cui lavoravano.
Sì, i giovani vanno a scuola. L’APC organizza l’istruzione formale dalla scuola materna alla fine del liceo, nei suoi due campus a Bendum. È inoltre presente in altre quattro comunità indigene con scuole per bambini dalla prima infanzia alla terza elementare. Tuttavia, in accordo con il Ministero dell’Istruzione, che ora riconosce le “scuole aborigene”, i programmi sono ideati e arricchiti per tener conto del contesto sociale, culturale e ambientale. L’intera organizzazione della scuola è collegata alla comunità, in costante dialogo con il datu, il capo locale, e il suo consiglio - dove, tra l’altro, le donne giocano un ruolo molto importante.
Jenny Lynn Lee (Jen) è l’amministratrice delle scuole che ha adottato la comunità di Bendum e ne è stata a sua volta “adottata”, tenuto conto dei suoi quasi 10 anni di servizio e di impegno nel lavoro della scuola. La sua assistente, Mercy Pakiwag, è un prodotto della comunità e si occupa in modo particolare dell’accompagnamento degli studenti e delle loro famiglie. Entrambe hanno condiviso con noi quanto l’essenza del loro lavoro consista nell’offrire ai giovani un accompagnamento di qualità, basato sui valori fondamentali della loro cultura e tenendo conto delle situazioni spesso difficili in cui si trovano.
Per esempio, la tradizione vuole che i giovani si sposino molto presto. Vent’anni fa, l’età media degli sposi era di 12 o 13 anni; oggi è spesso di 15 o 16 anni. Ciò è dovuto in particolare al fatto che le famiglie non possono continuare a mantenere tutti i loro figli, perciò incoraggiano gli adolescenti - considerati abbastanza maturi – a sistemarsi. La scuola cerca di aiutarli a vedere quanto sia importante la formazione accademica e sociale per il loro futuro; è la sua influenza che sta gradualmente alzando l’età del matrimonio per i giovani.
Mercy insegna quella che si potrebbe definire la “formazione integrale” dall’equivalente della scuola media a quella superiore. Anche qui si tratta di fornire una base di valori comunitari, di rafforzare il senso di appartenenza che porta all’identità personale e all’identità all’interno del gruppo. È sempre disponibile; con lei, i giovani hanno sempre un’adulta pronta ad ascoltarli. Naturalmente, il richiamo dell’avventura e della novità attira gli adolescenti a lasciare la comunità e a tentare la fortuna in città... senza trovarvi facilmente la felicità e il successo. Jenny e Mercy insistono sul fatto che saranno sempre i benvenuti se decidessero di tornare e che potrebbero continuare la loro formazione nella scuola.
In definitiva, l’educazione dispensata a Bendum dall’APC è un modo di vivere che offre un radicamento nei valori della comunità e un sostegno per andare avanti nella vita. Si tratta di offrire, soprattutto ai giovani indigeni, altri modi per trovare il loro posto nell’attuale realtà mondiale che dovranno inevitabilmente affrontare, senza farsi schiacciare da un sistema socio-economico dominante che non ha molto riguardo per coloro che emargina.