Giovedì Santo: Eucaristia e servizio sono inseparabili

Il Coronavirus porta alla luce tutte le banalità di cui ci siamo circondati e di cui ci siamo illusi di aver bisogno per vivere. Il bisogno più essenziale è mangiare. Il Giovedì Santo, il giorno in cui Gesù ha istituito l’Eucaristia, non ha altro scopo che riportarci all’essenziale. (Guy Delage, SJ)

San Paolo scrive ai cristiani della città di Corinto:

Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga.

1 Cor 11: 23-26
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E poi, l’essenziale è anche in ciò che segue il pasto, una volta che abbiamo preso forza: il servizio. Il giovedì santo, il Vangelo non parla dell’istituzione dell’Eucaristia stessa, ma piuttosto del racconto della lavanda dei piedi nel vangelo di Giovanni. Questo gesto simbolico è solo l’altra faccia dell’Eucaristia, che è un dono, un servizio gratuito, un segno di amore perfetto che porta gli altri, amandoli “fino alla fine”. Gesù si fa servitore e ci rivela il suo modello di leadership: essere attento a ciò che manca, essere disponibile, essere spogliato e pronto a servire. (Norbert Kabukapua, SJ)

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Pubblicato da Communications Office - Editor in Curia Generalizia
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L’Ufficio Comunicazione della Curia Generalizia pubblica notizie di interesse internazionale sul governo centrale della Compagnia di Gesù e sugli impegni dei gesuiti e dei loro partner. È anche responsabile delle relazioni con i media.

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