La Cappella della Conversione: passato, presente e futuro della Compagnia di Gesù

Di Robert Ballecer, SJ*

Avvicinandosi al “Santuario de Loyola” in Spagna, si è subito accolti da una grande basilica che domina il paesaggio. Un po’ più avanti, si trova un museo nei resti del Castello di Loyola, pieno di reliquie, vetrate e opere d’arte dell’epoca di Sant’Ignazio. Andando ancora più avanti, ci si imbatte in una stanza ordinaria all’ultimo piano, davanti a un’antica scala, una vecchia balaustra e una porta con un chiavistello in ferro battuto che ha superato la prova del tempo. Questa stanza, senza pretese e apparentemente senza importanza, è stata fonte di incredibile consolazione e sfida per i delegati della 71ª Congregazione dei Procuratori.

La Cappella della Conversione

È in questa stanza, con le sue travi di legno scuro e le finestre di piombo, che Ignazio di Loyola si è ripreso dalle gravi ferite ricevute nella battaglia di Pamplona. Con lo spirito sconfitto e il corpo distrutto, Ignazio di Loyola rimase per mesi tra la vita e la morte, gridando contro il destino crudele che vedeva ormai distrutti i suoi sogni di gloria e di onori a corte. Seduti nel silenzio umido, con come unico accompagnamento l’occasionale scricchiolio del pavimento secolare, si possono quasi sentire le sue angosciose urla di dolore e di disperazione, i passi sommessi dei medici e degli assistenti che si affrettano per salvargli la vita, una vita che lui non riconosce più.

2023-05-16_cp71-chapel_statue

La statua di Ignazio nella Cappella della Conversione.

A una delle estremità della cappella c’è un altare e una statua di Ignazio, forse nello stesso angolo in cui egli si rannicchiò secoli fa. Tutti i gesuiti conoscono la storia. L’abbiamo sentita e ci abbiamo riflettuto migliaia di volte nel corso della nostra vita, ma vederla, trovarsi nello stesso spazio sacro in cui Ignazio si è ripreso, si è arrabbiato, si è riconciliato, si è convertito e infine ha accettato il suo destino, significa sentire non solo la storia di questa stanza, ma anche la sua chiamata oggi a coloro che vengono a cercare consolazione e chiarezza.

Sopra l’altare, su una delle grandi travi, si legge un’iscrizione in basco e in spagnolo, che recita: “AQVI SE ENTREGÓ A DIOS INIGO DE LOYOLA”, “Qui Ignazio di Loyola si arrese a Dio”. È proprio l’abbandono che questa sala richiede. I delegati della CP71 sono invitati a portare nei loro desideri e aspettative per la Congregazione la saggezza che portano con sé da mesi di ascolto dei loro fratelli gesuiti e colleghi laici. Ma quando entrano nella stanza viene chiesto loro, proprio come a Ignazio, di essere pronti ad arrendersi: di convertirsi, di lasciar cadere le aspettative e di vedere non solo se stessi o le loro Province, ma i bisogni della Compagnia di Gesù universale, e della Chiesa che essa serve.

Secoli fa, la Cappella della Conversione fu il luogo in cui Sant’Ignazio rispose alla chiamata di Dio a incendiare il mondo. Oggi, quella stanza è il luogo in cui i suoi figli vanno avanti per mantenere quel fuoco acceso.

* Robert Ballecer è un sacerdote gesuita che lavora nel dipartimento di Comunicazione della Curia Generalizia dei gesuiti a Roma. Fa parte del team che si occupa della 71ª Congregazione dei Procuratori.

2023-05-16_cp71-chapel_walls
Condividi questo articolo:
Pubblicato da Communications Office - Editor in Curia Generalizia
Communications Office
L’Ufficio Comunicazione della Curia Generalizia pubblica notizie di interesse internazionale sul governo centrale della Compagnia di Gesù e sugli impegni dei gesuiti e dei loro partner. È anche responsabile delle relazioni con i media.

Notizie correlate