Omelia – Festa dell’Epifania 2019
I testi della Scrittura che abbiamo appena ascoltato, e che abbiamo meditato durante questa mattinata, mettono l’accento sull’universalità dell’amore redentore del Dio Uno e Trino: è Lui che si rivela nel bambino Gesù, sotto l’amorosa custodia di Maria e di Giuseppe, e che è adorato dai Magi d’Oriente, sottili scrutatori dei segni dei tempi, pronti a seguire la stella, a riconoscere il bambino come redentore del mondo, e a scegliere un’altra stradaper diventare testimoni della Buona Notizia.
Il profeta, come anche noi, conosce direttamente la difficile situazione in cui vivono i popoli. La dura realtà della povertà, le disuguaglianze, l’ingiustizia strutturale che riserva soltanto a pochi le condizioni di una vita dignitosa…. le tenebre coprono la terra e una nube oscura avvolge i popoli.
Il profeta non rimane paralizzato di fronte a una difficoltà così enorme, che sembra impossibile cambiare questa realtà. Aggiunge un “però”, che si trasforma per noi in una chiamata a tentarlo: … sopra di te però risplende il Signore e in te si manifesta la sua gloria… alla tua luce cammineranno i popoli e i re, mentre risplende la tua aurora.
Il re Erode, gli Scribi e i farisei, hanno un sobbalzo, che fa capire quale percezione dei segni dei tempi hanno i privilegiati e i detentori del potere in questo mondo. Si sentono minacciati dallo spuntare della sua stella, perché anche loro conoscono molto bene la vergognosa realtà del popolo. Le tenebre che coprono la terra e la nube che avvolge i popoli sono la fonte dei loro benefici e privilegi. Per niente al mondo vogliono che spunti la luce o che la nube scompaia. Sono perfettamente informati. Conoscono i desideri di redenzione, profondamente radicati nella gente semplice. Conoscono la parola in cui il Dio di Israele si è impegnato, la sua promessa di salvare il suo popolo dalle grinfie dell’oppressore. E ricorrono all’astuzia di fare loro complici degli stranieri, i Magi d’Oriente, uomini di buona volontà, per mantenere le proprie posizioni di privilegio. Una forma sottile di abuso delle coscienze… Non essendo riusciti nel loro intento, Erode non esita a continuare nell’abuso … abusa anche del proprio potere e fa uccidere tutti i bambini sotto i due anni, volendo sradicare la benché minima minaccia al suo dominio e alle condizioni sociali o religiose che lo sostengono (Mt 2, 16). I Santi Innocenti, i loro genitori e il popolo a cui appartengono, sono vittime dell’abuso di potere … Non c’è alcun dubbio: gli abusi sono una piaga o un demonio, presente e attivo nella storia umana, in tutti i luoghi senza distinzione, come ne abbiamo preso coscienza di recente nella nostra stessa comunità di seguaci di Gesù, nella Chiesa, compresa la nostra Compagnia.
I Magi, prosternandosi davanti a Gesù, adorandolo e offrendo se stessi con i loro doni, sono agli antipodi degli abusi che ricoprono la terra intera. Si trasformano in testimoni e messaggeri della speranza che questa situazione possa essere superata. Sensibili allo spuntare della luce di Cristo, manifestata dalla stella che li conduce a Betlemme, si mettono in cammino e, trasformati dall’incontro con il bambino, scelgono l’altra strada della chiamata universale alla riconciliazione e alla giustizia. I Magi diventano testimoni del fatto che, per il Vangelo, anche i pagani sono destinatari della medesima eredità, membra del medesimo corpo e partecipi della medesima promessa in Gesù Cristo.
Anche la Compagnia di Gesù nasce dal mettersi in cammino del Pellegrino Ignazio e dei primi compagni, giunti da diverse nazioni e culture, per seguire la medesima stella, scoperta nell’esperienza degli Esercizi Spirituali. Decidono di camminare insieme, per mettersi a disposizione del Santo Padre e delle necessità universali della missione della Chiesa. Inventano questo nostro modo di stare insieme - uniti negli animi – e dispersi, per far fronte alle necessità della gente, in qualsiasi angolo della Vigna del Signore a cui veniamo inviati.
Questo tempo di Natale ci ha nuovamente dato l’occasione di confermare i nostri desideri di essere sempre più sensibili ai segni dei tempi, di non venir meno sulle strade aperte dalle Congregazioni Generali al servizio della missione di Cristo, di contemplare in Maria e in Giuseppe l’audacia dell’impossibile, quando si discerne la chiamata di Dio-nostro papà a collaborare all’opera della redenzione e scegliere la responsabilità di accogliere il Bambino Gesù fra di noi e di accompagnarlo nella sua crescita. Come i Magi, in questo tempo abbiamo avuto una nuova occasione di riconoscere nella fragilità del Bambino Gesù il redentore, di adorarlo e di offrirgli i nostri doni e le nostre persone come modesta collaborazione alla sua opera di riconciliazione.
In questi giorni di riunione del Consiglio Allargato, cerchiamo di essere sensibili alle parole del Profeta Alza gli occhi e guarda attorno a te. A questo siamo stati convocati, ad alzare gli occhi per scoprire la stella – il Signore in persona - che illumina il nostro sguardo tutto attorno al mondo. Il Signore ci offre la possibilità di acquisire questo sguardo universale, che proviene dalla distribuzione della grazia, con la quale ci è stato rivelato che la salvezza è offerta a tutti i popoli. Come corpo apostolico universale abbiamo scelto di essere compagni nella missione di riconciliazione e di giustizia, per collaborare, con tutto ciò che siamo e abbiamo, all’opera della redenzione.
Il discernimento sulle Preferenze Apostoliche Universali, oltre a confermare e a rinnovare la nostra disponibilità a ricevere la missione del Vicario di Cristo in terra, ci conduce a trovare il miglior modo possibile, sulla base del nostro carisma, di impegnare tutte le nostre risorse per venire in aiuto - come abbiamo detto nella risposta al salmo - al debole che vuole liberarsi dal potente che abusa di lui, a difendere chi si trova senza difesa, ad avere compassione dell’invalido e a salvare chi è sfortunato.. Vogliamo così contribuire a far nascere la pace in questi giorni così difficili che stiamo vivendo, e all’estendersi del regno di Dio da un mare all’altro, da un estremo all’altro della terra.
Chiediamo al Signore il dono di avere occhi nuovi, come quelli che ha donato a Maria, a Giuseppe e ai Magi, e diventiamo capaci di veder spuntare la sua stella, di adorare il bambino, e di fare di noi stessi un’offerta di più grande stima e valore, scegliendo la strada del maggior servizio alla missione della Chiesa