Tipling, Nepal: stare con le tribù e imparare da loro

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Il primo luogo in cui i gesuiti del Nepal hanno esercitato il loro spirito missionario al di fuori della valle di Kathmandu è stato un villaggio sperduto tra le montagne. Fino a poco tempo fa, non c’era una strada per arrivare a Tipling. Dopo il terremoto del 2015, l’Istituto sociale dei gesuiti del Nepal (NJSI) è riuscito a costruire una via di 27 km per aprire la zona. Ecco le testimonianze di due gesuiti assegnati a questa missione. Un contributo del P. Samuel Simmick e un’intervista video con il P. Michael Parent.

Samuel Simmick, SJ

“Quando il doppio terremoto ha scosso il Nepal, io mi trovavo lì. Il 25 aprile 2015, quando il sisma ha colpito il Nepal, era poco prima di mezzogiorno e stavo bevendo una tazza di tè in un posto chiamato Tarkerabari. Ero in compagnia di alcuni fedeli della Missione di Tipling, dove lavoravo all’epoca. E quando, il 12 maggio, c’è stato il secondo sisma, mi trovavo a Tipling, al centro dei soccorsi e dei lavori di riabilitazione, per fare i nostri piani per il futuro.

Dopo il primo devastante terremoto, di magnitudo 7.8, mi ci sono volute quasi due settimane per raggiungere la Missione, perché le strade e i sentieri che utilizzavamo erano stati distrutti da frane. Potevamo raggiungere la missione solo in elicottero o rischiare la vita camminando tra i massi cadenti. Ho scelto la prima opzione: ho organizzato un volo in elicottero con i materiali di soccorso e sono riuscito a raggiungere la missione del villaggio. Lo stato del villaggio era devastante; la nostra casa in affitto era crollata. Il P. Norbert D’Souza, il mio compagno di missione, viveva in una tenda a brandelli e dava sostegno spirituale, psicologico e fisico agli abitanti del villaggio.

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L’instancabile lavoro di soccorso e di riabilitazione è cominciato in un’iniziale confusione e in seguito si è intensificato. Tutto questo ha fatto sì che i gesuiti del Nepal si impegnassero a lungo termine ad aiutare queste persone, creando il Nepal Jesuit Social Institute (NJSI) con lo slogan “Raggiungere i non raggiunti”. L’obiettivo dell’istituto era quello di andare dove nessuno era in grado di andare ad aiutare.

Nella fase iniziale, poiché il governo nepalese ha adottato una “politica della porta unica” per sostenere i sopravvissuti, è stato difficile lavorare con la National Reconstruction Authority (NRA – Autorità di Ricostruzione Nazionale) del Nepal, chiedendo il permesso di raggiungere la popolazione e di sostenerla. Abbiamo pensato che sarebbe stato meglio intervenire nell’istruzione pubblica, dato che gli edifici scolastici pubblici hanno subito ingenti danni. Ci siamo rapidamente spostati in varie aree che non erano ancora state raggiunte; abbiamo così stabilito la nostra presenza e iniziato a dare il nostro sostegno in 11 distretti colpiti dal terremoto. In primo luogo, abbiamo dovuto sostenere gli studenti e gli insegnanti fornendo cancelleria, uniformi scolastiche e materiale didattico. Presto abbiamo iniziato a sostenere le scuole con i Centri di Apprendimento Temporaneo (TLC), in modo che i bambini potessero avere un riparo adeguato in caso di pioggia o di sole battente o durante il freddo inverno. Il compito non è stato facile, ma un piccolo gruppo di personale dedicato ha permesso di raggiungere quei luoghi che nessuno osava visitare. Le condizioni delle strade erano talmente pessime che molto spesso i veicoli con materiali da costruzione non arrivavano a destinazione, avevamo bisogno di facchini o di muli per trasportare la merce, il che ritardava i lavori e li rendeva molto costosi. Tuttavia, grazie al sostegno di generosi donatori delle reti dei gesuiti e di altre agenzie, degli abitanti del villaggio, delle agenzie governative e del nostro personale dedicato, siamo riusciti a intervenire in quasi 88 scuole pubbliche entro la fine di febbraio del 2016.

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Abbiamo anche ritenuto necessario formare gli insegnanti delle scuole pubbliche; abbiamo anche scoperto che le donne avevano bisogno del nostro sostegno e abbiamo affrontato la questione della responsabilizzazione delle donne e iniziato a costruire rifugi oltre che a fornire corsi di formazione professionali.

Guardando indietro e ricordando quei momenti di emergenza, sono stupito di quanto abbiamo fatto e di quanto instancabilmente un piccolo gruppo del NJSI abbia lavorato per raggiungere le aree non raggiunte. A Tipling e in molti luoghi colpiti dal terremoto, abbiamo trovato la mano di Dio che ci guidava, ci proteggeva e ci dava energia. Che Dio ci benedica con generose vocazioni ed energie per raggiungere i non raggiunti.”

Guardate l’intervista del P. Michael Parent che ci parla della gente di Tipling e del significato che questo ministero porta alla sua vita di gesuita e a quella dei gesuiti del Nepal.

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Pubblicato da Communications Office - Editor in Curia Generalizia
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L’Ufficio Comunicazione della Curia Generalizia pubblica notizie di interesse internazionale sul governo centrale della Compagnia di Gesù e sugli impegni dei gesuiti e dei loro partner. È anche responsabile delle relazioni con i media.

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