Una visita al futuro
Fe y Alegría (Fede e Gioia) fa parte del sogno di una “società nuova”, “nuovi cieli e nuova terra” che sono la ragion d’essere dell’apostolato sociale ed educativo della Compagnia di Gesù. È per questo che il Padre Arturo Sosa, SJ, diceva ai delegati al Congresso di Madrid del 2018: “Con voi la Compagnia vuole visitare il futuro”.
Nel 2003, quando cominciai a lavorare a Fe y Alegría, imparai che il nostro obiettivo non era che i nostri allievi avessero i migliori risultati accademici, ma che l’educazione del Paese migliorasse, perché per il suo fondatore, il Padre José María Vélaz, SJ, la giustizia sociale comincia dalla giustizia educativa. Nella nostra società del sapere, una persona senza istruzione è sicuramente candidata alla povertà, alla discriminazione, alla manipolazione. Per questo, diceva il fondatore, “non possiamo dare un’educazione povera ai poveri”. Il Padre Arrupe, come Superiore Generale della Compagnia di Gesù e suo antico compagno di noviziato, scriveva al Padre Vélaz: “La invito a continuare con questo spirito di innovazione qualitativa al servizio della crescita dei poveri come soggetti del loro stesso destino, figli di Dio, costruttori di una società giusta e fraterna”.
Quando
Fe y Alegría cominciò ad operare a Caracas, nel 1955, un quarto della
popolazione venezuelana era analfabeta. Al giorno d’oggi, in America Latina,
solo Haiti ha un tasso di analfabetismo superiore al 10%. Il continente ha
vinto la battaglia della diffusione della scolarizzazione, ma non quella della
qualità educativa. Fin dalle sue origini, Fe y Alegría non vuole che
l’istruzione arrivi solo “dove non arriva l’asfalto”; vuole piuttosto garantire
che i poveri ricevano un’istruzione di qualità, che permetta loro di superare
la spaccatura provocata dall’ingiustizia sociale.
Sappiamo che i poveri sono tanti: nel 1960 in America Latina, oltre la metà della popolazione era povera (51%), nel 2016 lo era ancora quasi un terzo (30,7%). Solo una risposta forte può affrontare la sfida dell’istruzione dei poveri. È necessario allearsi con lo Stato, la società civile e tutta quanta la popolazione. È per questo che Fe y Alegría nasce come un movimento sociale che fa appello a tutta la popolazione, anche ai poveri stessi, per vincere la povertà con l’istruzione.
Fe y Alegría sta cercando di impegnare in questa forma di istruzione pubblica e non statale gli Stati, oltre cento congregazioni religiose che collaborano al progetto, l’imprenditoria e i settori popolari che si assumono la loro responsabilità di cittadini nell’istruzione. Si rompe, quindi, la falsa dicotomia tra istruzione pubblica statale ed istruzione privata lucrativa.
Ma è
davvero certo che si possa ottenere un’istruzione di qualità in circostanze di
estrema povertà? Oggi si afferma che la maggior difficoltà per l’apprendimento
è la povertà. Le scuole di Fe y Alegría operano tutte in ambienti
poveri, perfino di estrema povertà. Gli allievi di Fe y Alegría hanno
questo grave handicap, eppure i loro risultati migliorano.
Lo confermano il livello di bocciature e quello dell’abbandono scolastico: il livello di abbandono scolastico di Fe y Alegría è al di sotto del 5%, in netto contrasto con cinque Paesi dell’America Latina il cui tasso è del 25%; anche le bocciature si mantengono al di sotto del 5%, e solo 4 Paesi della regione mantengono una percentuale così bassa.
Fra
gli apporti di Fe y Alegría all’istruzione in America Latina possiamo
parlare del concetto stesso di qualità educativa e dei programmi che la
promuovono per mezzo della pratica dell’educazione inclusiva; dei contributi
all’educazione interculturale, soprattutto in ambienti indigeni; dei sistemi di
formazione di maestri; dei modelli di formazione al lavoro, anche per i giovani
diversamente abili; delle reti di scuole rurali; delle forme di partecipazione
della comunità nella scuola e viceversa; dell’inclusione delle nuove tecnologie
nel processo educativo. In Spagna esiste la formazione della coscienza della
responsabilità nella cooperazione internazionale, e in Italia esiste la
formazione dei migranti.
Con la presenza di Fe y Alegría in Africa si aggiunge una nuova forma di relazione con la comunità, tipica delle culture africane. Nasce la sfida della creazione di nuovi sistemi di qualità, adattati ai diversi ambiti “di frontiera”, geografica e sociale.
Ogni delegazione nazionale di Fe y Alegría dispone di un’équipe
che incide sulle politiche educative, con l’intenzione che il diritto dei poveri
ad un’istruzione di qualità diventi una realtà. Il Padre Arturo Sosa, SJ, dice:
“Non si può comprendere il lavoro di Fe y Alegría se non si incide in
modo graduale e misurabile, tanto nella trasformazione dell’istruzione
pubblica, quanto in quella delle definizioni e delle pratiche delle politiche
pubbliche, che realizzino il diritto a un’istruzione di qualità, in qualunque
luogo nel mondo. È una lotta locale e, contemporaneamente, globale”.
[Articolo della pubblicazione "Gesuiti - La Compagnia di Gesù nel mondo - 2020", di Jorge Cela SJ]