Il Papa celebra la messa per la Birmania e con i birmani

Papa Francesco ha accettato l’invito a celebrare una messa speciale per il popolo della Birmania. Lo studente gesuita P. V. Joseph Buan Sing ha detto: “Siamo felici che il Papa abbia accettato il nostro invito. Gli abbiamo inviato una lettera circa un mese fa e speravamo, oltre ogni speranza, che dicesse di ‘Sì’. Sapevamo che il suo cuore era vicino alla Birmania e ora ha detto che è disposto a celebrare la messa con noi”. In effetti, dal colpo di stato di inizio febbraio, Papa Francesco ha chiesto ai fedeli, diverse volte, di pregare per il popolo di quel Paese. Lo ha fatto durante le messe e le udienze, così come alla fine dell’Angelus domenicale.

Questa volta, la messa di Papa Francesco nella festa dell’Ascensione, domenica 16 maggio, porterà alla Basilica di San Pietro alle 10 del mattino dei birmani che vivono a Roma e in altre città d’Italia. Anche coloro che sono stati strettamente legati al Paese nel corso degli anni hanno ricevuto un invito. “A causa del distanziamento sociale e della pandemia, dice P.V. Joseph, non ci saranno tutti quelli che avremmo voluto, ma Vatican Media trasmetterà, in diretta, la celebrazione consentendo a tutti di prendere parte a questo evento di preghiera, grazie a internet”.

Il programma dell’Eucaristia, che è stato preparato con il cerimoniere del Papa, mons. Guido Marini, comprenderà letture e canti in birmano e in un dialetto locale, la lingua usata nella zona di Kalay, dove vive la famiglia di P.V. Joseph.

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Quando lo scolastico gesuita pensa alla sua famiglia oggigiorno, non può che essere preoccupato. Dice: “Stanno subendo una forte pressione. Vivono in una zona abbastanza remota, ma anche lì ci sono stati alcuni omicidi. I militari sono stati molto duri durante tutta questa transizione. Preghiamo davvero perché la pace e la democrazia possano tornare”.

Perché Papa Francesco avrebbe accettato la richiesta di P.V. e dei suoi amici? Il Papa ha una chiara opzione preferenziale per i poveri e coloro che soffrono ingiustizie. Certo, la Birmania è un paese povero che lui ha visitato nel 2017; perciò segue da vicino la situazione di quella popolazione. Presiedendo questa messa, manifesta chiaramente che è veramente un buon pastore e mostra il suo amore paterno.

P.V. e i suoi amici, specialmente gli scolastici dell’Asia che studiano a Roma, hanno aiutato i giovani della Birmania attraverso colloqui spirituali online durante gli ultimi mesi. Hanno organizzato gruppi di conversazioni spirituali o “breakout rooms” su Zoom che chiamano Circoli Magis. Dal colpo di stato di febbraio, hanno tenuto cinque incontri online; i partecipanti vivono principalmente in Birmania, ma possono anche far parte della diaspora. Sono uniti mediante la preghiera con i gesuiti e i loro partner che, in Birmania, sono direttamente coinvolti nell’aiuto ai poveri e ai sofferenti, per esempio collaborando con squadre sanitarie di medici e infermieri che aiutano le vittime durante o dopo le proteste.

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Pubblicato da Communications Office - Editor in Curia Generalizia
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L’Ufficio Comunicazione della Curia Generalizia pubblica notizie di interesse internazionale sul governo centrale della Compagnia di Gesù e sugli impegni dei gesuiti e dei loro partner. È anche responsabile delle relazioni con i media.

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