La Chiesa sinodale dalle prime comunità cristiane ai giorni nostri
Dopo due settimane di partecipazione all’Assemblea
Generale del Sinodo dei Vescovi sulla Sinodalità nella Chiesa, Mons. Enrique
Figaredo, gesuita e pastore della Prefettura Apostolica di Battambang
(Cambogia), condivide con noi la sua esperienza. Nato in Spagna, ha vissuto la
sua vita missionaria in Thailandia e soprattutto in Cambogia. Lì è conosciuto
semplicemente come “Mons. Kike”, noto e stimato per il suo impegno nell’aiutare
i disabili feriti dalle mine antiuomo.
Di Kike Figaredo SJ
Nella preghiera ecumenica di apertura del Sinodo, Papa Francesco ci ha posto “come la comunità cristiana delle origini il giorno di Pentecoste. Come un unico gregge, amato e radunato da un solo Pastore, Gesù. Come la grande folla dell’Apocalisse siamo qui, fratelli e sorelle «di ogni nazione, tribù, popolo e lingua» (Ap7,9), provenienti da comunità e Paesi diversi, figlie e figli dello stesso Padre, animati dallo Spirito ricevuto nel Battesimo, chiamati alla medesima speranza (cfrEf4,4-5).”
Il
processo sinodale non è un’idea nuova, ma è sempre esistito nella Chiesa fin
dalle sue prime comunità. Quello che stiamo cercando di fare ora è far sì che
questo torni ad essere il modo di procedere della Chiesa, come ha già cercato di
risvegliare il Concilio Vaticano II, convertendoci di nuovo a ciò che la Chiesa
è stata chiamata ad essere fin dall’inizio, più fraterna, con maggior partecipazione,
maggiore comunione ed essendo maggiormente missionaria.
Il Papa ci invita anche a un atteggiamento di preghiera e di silenzio: “Gli Atti degli Apostoli dicono che, dopo il discorso di Pietro al Concilio di Gerusalemme, «tutta l’assemblea tacque» (At15,12), preparandosi ad accogliere la testimonianza di Paolo e Barnaba circa i segni e i prodigi che Dio aveva compiuto tra le nazioni. E questo ci ricorda che il silenzio, nella comunità ecclesiale, rende possibile la comunicazione fraterna, in cui lo Spirito Santo armonizza i punti di vista, perché Lui è l’armonia.”
Prima settimana del Sinodo
Siamo
in cammino dal 2021 e, ora, stiamo vivendo un’altra parte del processo: la XVI
Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. C’è la gioia di incontrarsi,
di partecipare, di guardarsi in faccia e di crescere nell’amicizia, di interessarsi
gli uni agli altri. In questo Sinodo siamo in un processo di risposta alla
chiamata di Dio, come fratelli dello stesso Padre, un Padre misericordioso. Con
il suo amore e la sua misericordia, ci chiama a costruire fratellanza,
inclusione, giustizia e pace nel mondo. È la dinamica dell’amore di Dio che ci
fa approfondire la nostra vocazione. Ed è anche dallo sguardo fisso su Gesù e
sulla sua misericordia che nasce una maggiore apertura e partecipazione di
persone che prima non erano incluse nelle conversazioni: donne, laici, responsabili
della Chiesa, responsabili con disabilità. Insieme preghiamo e discerniamo,
insieme continuiamo ad approfondire la nostra comprensione dell’amore di Dio.
Siamo passati dall’essere prigionieri della dottrina a crescere nell’ascolto del cuore, che illumina l’intelletto, e sento che tutti noi siamo illuminati da questa assemblea. In questo processo sinodale, l’amore di Dio riempie i nostri cuori e ci dà la grazia di avere una nuova sapienza, una nuova visione e dottrina della Chiesa che nasce dalla carità e dall’amore, con la priorità pastorale che la Chiesa è per tutti.
La mia esperienza di questi giorni è che i segni dei tempi ci fanno tenere al centro i poveri, che sono il corpo sofferente di Cristo. Sono i poveri, spirituali e fisici, come i migranti forzati, le vittime della guerra, le vittime di abusi, a essere al centro. Grazie a questa dinamica, le ferite del Signore sono messe al centro. La Chiesa accompagna, cura e riabilita, ed è invitata all’abbassamento, all’umiltà. La via ci è stata insegnata dal Signore nella sua incarnazione, soffrendo con i poveri. È un invito a soffrire con i poveri, a sperare con i poveri e a sperimentare la resurrezione con loro, accettando con gioia la benedizione di Dio.
Questa
prima settimana dell’Assemblea Generale è stata un momento di ascolto e di
speranza, di crescita nella fede e costruzione della Chiesa, per renderla un
luogo di fratellanza universale.
Comunità Synodal-U
La Compagnia di Gesù si unisce a persone provenienti da diversi angoli del mondo che vogliono camminare insieme nella loro formazione sinodale.