Il Padre Generale in Albania
Dopo 30 anni un Padre Generale ritorna in Albania. “Un momento molto significativo per noi gesuiti e per i collaboratori con cui condividiamo la missione”, sottolinea p. Zef Bisha SJ, Superiore.
“È stato p. Peter-Hans Kolvenbach nel 1994 a visitare il Paese, dopo la caduta del regime. In questi giorni viviamo nella liturgia il tempo in cui Gesù conferma nell’amore i suoi discepoli, li consegna e li prepara per la missione. Con questi sentimenti accogliamo p. Arturo Sosa che viene per vedere i gesuiti impegnati in Albania, il bene che la Compagnia ha fatto per tanti anni in questo luogo così piccolo ma di grande storia, luogo di martirio e testimonianza di fede, luogo significativo che raccoglie tante realtà impegnate nella missione. Viene per confermare i confratelli nella gioia, per lavorare insieme come Compagni della minima Compagnia di Gesù. Molti avrebbero desiderato stare con noi in questo momento così bello. Ci seguiranno ovunque si trovano. Benvenuto p. Arturo in Albania.”
I gesuiti attualmente presenti in Albania sono 3. Due padri
a Scutari impegnati nel College Pjeter Meshkalla e uno a Tirana, parroco della
Chiesa del Sacro Cuore. Il Padre Generale è in visita oggi alla scuola di
Scutari. Domani sarà a Tirana e inaugurerà il nuovo Centro culturale-sociale e
la libreria cattolica, nei nuovi spazi realizzati accanto alla chiesa.
I gesuiti in Albania: storia e opere
I gesuiti sono entrati per la prima volta in Albania nel 1841 ma già dal XVI secolo molti albanesi andavano a Roma per studiare nelle università loro affidate. A richiederne la presenza fu il vescovo di Scutari, Luigj Gugliermi, per aprire il Seminario per il clero e formarlo. Nonostante la resistenza dell’allora Padre Generale Joannes Philipp Roothaan (1829-1853), nell’aprile del 1841 arrivano a Scutari i primi tre padri dalla Provincia Sicula.
Nei suoi pochi anni di vita, il Collegium Pontificium albanese preparò un clero formato, forti pensatori, numerosi scrittori e nomi importanti noti nella storia e nella letteratura albanese. Nel 1870 venne aperta una piccola tipografia, Shtampa e Shtypit (La Stamperia del Seminario), poi diventata Shtypshkronja e Zojës se Paperlyme (Tipografia dell’Immacolata), che per più di 40 anni fu l’unica in Albania. Nel 1878 venne fondato il Collegio S. Francesco Saverio, poi trasformato in Collegio Saveriano (Kolegja Saverjane) per gli studi di contabilità.
Nel corso degli anni, a Tirana la missione continuò nello stesso stile di apertura e accoglienza, collaborazione e rispetto, specialmente verso le altre confessioni religiose presenti in città. Adiacente alla chiesa vi era la casa dei padri, un orfanotrofio, un servizio ai più poveri. Con l’arrivo in Albania del governo di Enver Hoxha, nel 1945, iniziò un periodo di persecuzione delle religioni, in modo particolare di quella cattolica.
Dopo la fine del regime, nel 1991, il popolo albanese iniziò finalmente a vivere l’esperienza democratica. I gesuiti di Tirana nel 2004 cominciarono a offrire un’opportunità di conoscenza e di approfondimento del valore della democrazia, in particolare affinché i giovani (universitari, laureati, lavoratori o professionisti) potessero impadronirsi degli strumenti di partecipazione democratica, per costruire il futuro del Paese.
Il corso di formazione socio-politica, che contava
circa 80/100 iscritti all’anno, comprendeva gli elementi base della vita
democratica, una conoscenza approfondita della Costituzione albanese e delle
istituzioni sociali e politiche, oltre che una conoscenza degli elementi
costitutivi dell’Unione Europea. In più, proponeva uno sguardo sulla Dottrina
sociale della Chiesa, come offerta di riflessione su contenuti morali e sociali
che potessero aiutare la crescita di una democrazia in senso più umano, più
giusto, più fecondo.