Incontro dei gesuiti tra i musulmani 2024
Joseph Victor Edwin SJ
A giugno del 2024, un gruppo di 25 gesuiti si è riunito presso la Katholische Akademie di Berlino per l’incontro Jesuits Among Muslims (JAM – gesuiti tra i musulmani). L’evento, che si è svolto dal 30 giugno al 6 luglio, è stato organizzato da Jean-Marc Balhan, SJ, Felix Koerner, SJ, e dal suo team. L’evento di apertura consisteva in una visita guidata specializzata a Berlino, con particolare attenzione ai punti di riferimento più importanti della città.
Nella prima sessione, Mansur Dogan, dottorando tedesco di origini turche, ha fornito una panoramica sociologica dei musulmani in Germania. Le sessioni successive, condotte da studiosi musulmani tedeschi, hanno approfondito lo sviluppo e l’espansione della “teologia islamica” in Germania. Il professor Serdar Kurnaz ha discusso il quadro della teologia islamica nel mondo di lingua tedesca, mentre la professoressa Mira Sievers ha sottolineato l’importanza dell’analisi storico-critica nella sua ricerca. Inoltre, il professor Tuba Isik ha fatto luce sulla trasmissione della teologia islamica contemporanea attraverso l’insegnamento religioso nelle scuole e nelle moschee. Queste presentazioni hanno posto le basi per la giornata di studio, che si è incentrata sullo stato attuale degli studi coranici in Germania.
Le
conversazioni approfondite che abbiamo avuto durante la giornata di studio,
dopo le conferenze sulla ricerca coranica della professoressa Angelika Neuwirth
e del dottor Tugrul Kurt, hanno messo in luce la preziosa lezione del rispetto
dei testi sacri altrui, come il Sacro Corano, che nascono nel contesto di un’interazione
con altri testi sacri.
L’incontro ha infatti offerto ai partecipanti l’opportunità di esplorare ulteriormente l’intertestualità tra Bibbia e Corano e di comprendere più profondamente entrambe le scritture senza imporre giudizi di superiorità o inferiorità. Questo approccio consente un’esplorazione completa delle origini comuni, pur riconoscendo la peculiarità di ciascun testo. Ciò è in linea con il concetto di intertestualità, che implica che nessun testo, sia esso la Bibbia o il Corano, esiste in modo isolato. Al contrario, ogni testo è un intricato arazzo di riferimenti, allusioni e influenze provenienti da altre affermazioni religiose e da contesti sociali e culturali.
È quindi emerso chiaramente che alcune delle odierne ricerche coraniche occidentali non minano il significato spirituale del libro sacro dell’Islam, ma lo chiariscono, soprattutto studiando come il Corano interagisce con le testimonianze cristiane ed ebraiche.
Nella
sessione successiva, “Incontro con i musulmani – Incontro con l’Islam”, membri
del JAM provenienti da diverse Conferenze hanno condiviso le loro esperienze.
Al centro della conversazione uno di loro ha riconosciuto che i gesuiti inviati
tra i musulmani come collaboratori consapevoli di Cristo sono profondamente
consapevoli che la loro missione si apre sulla triplice funzione di koinonìa
(comunione fraterna), diakonia (servizio umile) e kèrygma
(testimonianza della Buona Novella) tra i fratelli e le sorelle musulmani di
tutto il mondo.