Le preferenze apostoliche stimolano il vescovo di Inongo

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Incontro con l'unico vescovo gesuita della Repubblica Democratica del Congo

Durante la visita del Padre Generale in Africa occidentale, il P. Pierre Bélanger SJ del team per la comunicazione della Curia dei gesuiti ha avuto l’opportunità di intervistare Mons Donat Bafuidinsoni, l’unico vescovo gesuita della Repubblica Democratica del Congo.

Durante la nostra visita a Kinshasa, abbiamo incontrato il Padre Donat Bafuidinsoni SJ, vescovo di Inongo da meno di un anno. Egli ammette di avere ancora molto da imparare da questo territorio di oltre 100.000 km2 dove una popolazione di circa un milione di abitanti, soprattutto di fede cattolica, è sparsa in 23 parrocchie lontane le une dalle altre. Si tratta di una regione nella fitta foresta tropicale, dove le strade sono praticamente inesistenti. Due grandi fiumi, affluenti del fiume Congo, e un grande lago, il Maï-Ndombe, lo attraversano e fungono da vie di comunicazione.

La diocesi può contare, sul posto, su una sessantina di sacerdoti, un numero molto limitato di religiosi e religiose, ma molti catechisti, chiamati “assistenti pastorali”, che servono le comunità in località remote, a volte in canoa o a piedi.

Che un gesuita, per la prima volta, vi sia stato inviato come vescovo da papa Francesco è una sorta di vendetta della storia. Infatti, i primi missionari nella regione furono i gesuiti. Ma vennero cacciati dai coloni che, nella loro sete di denaro, commettevano abusi contro le popolazioni locali sfruttandole per il disboscamento o la produzione della gomma. Questi sfruttatori cacciarono i gesuiti perché questi denunciavano le loro azioni e risvegliavano la coscienza della gente.

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Nel XXI secolo, le sfide per il vescovo gesuita sono diverse, ma non meno impegnative. Il vescovo Donat ha menzionato prima di tutto i servizi sanitari, poiché la diocesi è l’unica a gestire il miglior ospedale e si preoccupa di soddisfare i bisogni locali. “Per migliorare la vita di coloro che ci circondano, dobbiamo,” ha detto, “essere in buona salute!”. Anche le necessità nel campo dell’istruzione sono immense, perché le scuole sono in pessime condizioni e manca la formazione degli insegnanti. Più in generale gli sta a cuore tutto ciò che riguarda l’educazione, intellettuale e spirituale. Infine, l’enciclica Laudato Si’ e l’attenzione che il Papa e la Chiesa dedicano oggi alle questioni ambientali incontrano il grande interesse del pastore di Inongo. C’è molta acqua nella regione, ma non c’è acqua corrente per le persone, il che ovviamente influisce sulla qualità della loro vita. Inoltre, le foreste vengono distrutte dal disboscamento e dalla popolazione che utilizza il carbone per cucinare. L’erosione è tale che un giorno la gente sarà costretta a lasciare il proprio appezzamento di terra.

In questo contesto, il vescovo gesuita ha accolto con gioia la promulgazione delle Preferenze apostoliche universali della Compagnia di Gesù. Vi ha ritrovato le priorità che propone per la sua diocesi. Le preferenze gli danno forza e coraggio per valorizzare la riflessione spirituale e la promozione degli Esercizi Spirituali; per far posto agli emarginati - in questo caso si tratta soprattutto dei pigmei, emarginati a tal punto che molti non osano nemmeno andare in chiesa -; per aprire ai giovani la strada del futuro e la possibilità di tornare a lavorare nelle loro comunità una volta formati e infine per combattere insieme ciò che danneggia lo sviluppo della natura.

A conclusione dell’intervista che ci ha concesso, Mons. Donat ha detto: “Insieme possiamo fare qualcosa di buono. Questo non deve essere visto come un quadro pessimistico. C’è speranza. Il cristiano è un uomo di speranza; non può arrendersi di fronte alle sfide. Lavoreremo, l’uno con l'altro e con l’aiuto del Signore, perché Egli sa che anche a Inongo c’è il Suo popolo.”

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Pubblicato da Communications Office - Editor in Curia Generalizia
Communications Office
L’Ufficio Comunicazione della Curia Generalizia pubblica notizie di interesse internazionale sul governo centrale della Compagnia di Gesù e sugli impegni dei gesuiti e dei loro partner. È anche responsabile delle relazioni con i media.

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