Quella prima Messa che non arriva

Due gesuiti e la loro prolungata attesa, tra incertezza e “gioia di Dio”

La pandemia di COVID-19 in corso sta creando per molti grande incertezza. Un futuro con molti punti di domanda. Quando finirà questa emergenza innanzitutto? E che mondo, che società troveremo quando sarà finita? Molti progetti sono bloccati in questo momento, così come sono bloccate tappe importanti nel percorso di vita di alcune persone.

Abbiamo chiesto a due gesuiti, che erano in attesa della loro ordinazione sacerdotale, di raccontarci qualcosa. Su come la pandemia ha condizionato tempi e modi per questa tappa, e soprattutto su come essi hanno vissuto o stanno vivendo questo strano tempo di incertezza.

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Grant Tungay SJ (Sudafrica):

La data della mia ordinazione sacerdotale era stata stabilita per il 25 luglio 2020 a Johannesburg, in Sudafrica. Dovevo essere ordinato con Ricardo Da Silva, il mio co-novizio della regione sudafricana. Tuttavia, a causa della pandemia di COVID, la nostra ordinazione sacerdotale ha dovuto essere annullata, e un'altra data deve ancora essere fissata per la cerimonia.

Come ho vissuto questo periodo di incertezza nella mia vita di gesuita? La formazione dei gesuiti ha un ritmo meraviglioso; un ritmo che ti porta dal noviziato, attraverso gli studi, culminando nelle ordinazioni al diaconato e al sacerdozio. Poco prima dell'ordinazione diaconale, partecipiamo a un mese di riflessione sulla nostra vita di grazia con Dio, meditando su ciò che Dio ha fatto nella nostra vita per portarci a questo punto. È quindi celebrando grandemente il dono della nostra vocazione che otteniamo l'ordinazione diaconale. Lo slancio di questa esperienza ci porta all'ordinazione sacerdotale, dove siamo in grado di dire: Sono pronto a servire il popolo di Dio! La frustrazione che ho sperimentato in questo ritardo è la frustrazione di chi vuole muoversi con questo ritmo, uscire e servire gli altri, dando testimonianza di ciò che Dio ha fatto e di ciò che continua a fare nelle nostre vite.

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Andrés Hernàndez Caro SJ (Colombia):

L’evento delle ordinazioni sacerdotali è molto significativo per la vita di coloro che sono ordinati, le loro famiglie, i suoi amici, compagni Gesuiti e, in genere, per il popolo di Dio. È semplicemente un momento indimenticabile: si tratta di fare di tutta la vita un dono. La realtà della pandemia e le sue restrizioni, tuttavia, hanno influenzato molti ambiti della vita, e le ordinazioni, come tante altre attività in questi mesi, hanno dovuto adattarsi alle circostanze. Questo ha significato, in qualche modo, il dover modificare ciò che sognavamo per le nostre ordinazioni. Come ha detto il gesuita argentino E. Sicre SJ, “fare quello che si può, come si può”. Non sono stati pochi i cambiamenti: cambiare 4 volte la data, cambiare il vescovo, perché il precedente era a fine mandato, ridurre il numero degli ospiti, cambiare la cappella dove celebrare la prima Messa, e non poterci unire al gruppo di teologi del Centro Internazionale di Formazione Teologica a Bogotá a causa della loro positività al virus!

Ma, cosa ha significato questo, spiritualmente, come preparazione per la nostra ordinazione? Oltre a sviluppare la nostra flessibilità e una certa resilienza, tutto questo cammino ha suscitato in noi uno sguardo ancora più profondo sull’evento che volevamo celebrare. [...] Nell’ordinazione rischiamo il tutto per tutto. Ogni circostanza avversa portava una domanda per il nostro cuore: “ma, perché vuoi essere ordinato?” [...] Era come scavare un pozzo e trovare i migliori desideri del cuore, capire come Dio abita e forgia la vita con essi. Da parte mia, posso condividere che questo scavare in profondità mi ha portato a trovare la gioia di Dio. La gioia di Dio perché esisto, perché Lui ha fatto parte della mia vita, anche nonostante le mie chiusure, i miei lockdown. La Sua gioia sembrava ignorare la mia preoccupazione per tutto ciò che stava accadendo intorno a me e sembrava che Lui fosse più convinto del suo amore che delle mie paure. Questa gioia guarda oltre il dolore o le angosce che ci circondano e, senza negarle, trasmette la fiducia che ci permette di andare avanti tra le esitazioni con cui camminiamo oggi.

Durante la Messa delle ordinazioni, quando veniva proclamata la seconda lettura (2 Cor 1, 2-8) ho potuto capire il senso di tutto questo. Questa gioia è, precisamente, il punto di partenza di un ministero che, anzitutto, vuole condividere la consolazione ricevuta da Dio. Questa è la preghiera con cui rimango: che la Sua gioia non finisca e possa anch’io trasmettere tutta la mia gioia a coloro che il Signore mi affida.

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Pubblicato da Communications Office - Editor in Curia Generalizia
Communications Office
L’Ufficio Comunicazione della Curia Generalizia pubblica notizie di interesse internazionale sul governo centrale della Compagnia di Gesù e sugli impegni dei gesuiti e dei loro partner. È anche responsabile delle relazioni con i media.

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