Tu eri lì?
Di Eric G. Velandria, SJ
Le stazioni della Via Crucis, i ritiri di fine settimana e le funzioni penitenziali erano alcune pratiche comunitarie che celebravamo a scuola per ricordare o sottolineare la Quaresima. Il canto intitolato “Were You There?” (“Tu eri lì?”) era il nostro preferito, soprattutto quando studenti e insegnanti venivano benedetti il Mercoledì delle Ceneri, che segnava l’inizio del periodo di Quaresima. La maggior parte delle domande dei nostri alunni della scuola primaria erano sul digiuno e l’astinenza. Alcuni contrattavano sulle crocchette di pollo, facendo finta di essere preoccupati.
L’animazione
dei riti quaresimali a scuola è un ricordo lontano. Da diversi anni ormai,
durante la Settimana Santa e fino al Mercoledì Santo, devo lavorare davanti al
computer per fare ricerche, individuare e tradurre notizie e articoli sul
lavoro dei gesuiti nel campo della giustizia sociale. L’oscurità è ovunque: le
bande di Haiti, l’insicurezza politica e la povertà in diversi Paesi dell’America
Latina e i numeri da record del flusso migratorio forzato, la spregevole
devastazione e l’uccisione di massa di civili a Gaza, la guerra tra Russia e
Ucraina che va avanti da due anni, il conflitto tra gruppi militari e ribelli
nella Repubblica Democratica del Congo, il colpo di Stato militare in Myanmar,
le popolazioni indigene derubate delle loro terre e dei loro diritti, la fame
dovuta alla desertificazione di terre un tempo coltivabili, la pesca indiscriminata,
la perdita della biodiversità e molte altre azioni disumane in tutto il mondo provocate
dall’avarizia, dalla megalomania e dall’autolatria.
Tuttavia, “la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta” (Giovanni 1,5). In qualche modo, la realtà di oggi non è molto diversa da quella del Gesù storico. Lui e i suoi genitori erano migranti che fuggirono dal megalomane Erode per rifugiarsi in Egitto. L’emarginazione di donne, bambini, lebbrosi, non ebrei, ecc. era allora indiscutibilmente accettata. E Gesù stesso divenne vittima dell’ipocrisia, della calunnia e dell’abuso da parte dei potenti. Quando alla fine lo condannarono a una morte da criminale per crocifissione, Gesù mantenne comunque la sua tranquilla fiducia in Dio. Crocifisso sulla croce da criminale, pregò per i suoi aguzzini: “Padre, perdona loro” (Luca 23, 34). E le tenebre vinsero la luce.
“Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Giovanni 3, 16). Gesù, il Figlio eterno di Dio, ha scelto di svuotarsi e di diventare uno di noi. Sono la persona di Gesù e il suo amore ad essere al centro della Quaresima, non i rituali. Le celebrazioni e le pratiche comunitarie sono solo mezzi. La Quaresima è ricordare, celebrare e credere all’amore di Dio per noi.
Sono inchiodato
alla mia scrivania, cercando azioni di giustizia sociale degne di nota in
questa Quaresima. Per grazia di Dio, vedo che Gesù mi offre questo spazio per
incontrarlo di nuovo, anche se non attraverso le celebrazioni quaresimali scolastiche
del passato. Gesù mi parla, mi chiama e mi mostra la strada attraverso la mia
ricerca delle grida della terra e dell’angoscia dei poveri. Gesù mi permette
anche di incontrare Lui, nostro Signore crocifisso e risorto, attraverso coloro
che si battono con devozione per la giustizia e la riconciliazione. Tu eri lí?