Beato Giovanni Fausti

Beato Giovanni Fausti

Giovanni Fausti

Beato

  • Death: 04/03/1946
  • Nationality (place of birth): Italia

Il p. Giovanni Fausti, di nazionalità italiana, è uno dei 38 martiri albanesi perseguitati dal regime comunista tra il 1945 e il 1973 e beatificati da Papa Francesco il 5 novembre 2016. Fanno parte di questo gruppo di beati anche altri due gesuiti, il p. Daniel Dajani e il fratello gesuita Gjon Pantalija, entrambi albanesi.

Giovanni Fausti nacque a Brozzo, in provincia di Brescia, il 19 ottobre 1899. Entrato giovanissimo nel Seminario diocesano, fu ordinato sacerdote nel 1922. Nel 1924 entrò nella Compagnia di Gesù. Dal 1929 al 1932 trascorse il primo periodo in Albania, dove insegnò filosofia a Scutari. Dal 1933 al 1942 tornò in Italia per motivi di salute. Fu poi inviato a Scutari come rettore del seminario. In Albania fu un pioniere del dialogo islamo-cristiano. Seppe “uscire” da se stesso e dal proprio mondo per trovare nell’Altro la chiave di un’avventura destinata a un futuro straordinario: un modo di vedere che sarebbe stato proposto dalla dichiarazione conciliare Nostra Aetate e, 50 anni dopo, dagli incontri interreligiosi di Assisi.

Stabilitosi a Tirana, dove si impegnò a difendere e aiutare italiani e albanesi, sia cristiani che musulmani, venne coinvolto nella tragedia della Seconda Guerra Mondiale. La situazione si aggravò ulteriormente quando, alla fine del 1944, i tedeschi si ritirarono e i partigiani comunisti presero il potere, commettendo ogni genere di abusi contro i cattolici, accanendosi in particolare contro vescovi, francescani e gesuiti. A questi ultimi veniva contestato il fatto che contribuivano alla formazione culturale delle classi dirigenti del Paese, educando i giovani. Confidando nella prudenza del p. Fausti, i superiori lo nominarono Vice-Provinciale dei gesuiti in Albania a maggio del 1945.

La sera del 31 dicembre del 1945, il p. Fausti fu arrestato e, dopo essere stato tenuto in isolamento per due mesi, venne sottoposto a tortura. L’accusa non provata contro di lui e i suoi coimputati era di essere traditori politici della nazione, asserviti agli occidentali e spie del Vaticano. Ogni volta che doveva passare dalla prigione al tribunale, egli veniva pesantemente insultato.

Il 22 febbraio del 1946, il p. Fausti fu condannato a morte per fucilazione. All’alba del 4 marzo, sei condannati furono portati al cimitero cattolico di Scutari, dove sarebbero stati giustiziati. Alle 6 precise, i soldati ricevettero l’ordine di fucilarli. Le ultime parole che pronunciò il p. Fausti furono: “Sono felice di morire facendo il mio dovere. Salutate i miei compagni gesuiti, i diaconi, i sacerdoti e l’arcivescovo a nome mio.” Il grido comune dei condannati fu: “Viva Cristo Re, viva l’Albania!”

Fonti: gesuiti.it; Vatican Insider

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