Albert Vanhoye SJ – Un professore e una guida ideale, un vero gesuita del Magis
In occasione della sua morte, avvenuta il 29 luglio, avevamo già pubblicato una testimonianza sul cardinale Vanhoye. Un gesuita indiano ce ne ha inviata un’altra che evidenzia le qualità umane e spirituali di questo grande biblista. Esattamente 80 anni fa, il 12 settembre 1941, Albert Vanhoye entrava nella Compagnia di Gesù..
Di George Mlakuzhyil, SJ
È una sentita gratitudine verso il relatore della mia tesi di dottorato che mi ha ispirato a scrivere questa testimonianza personale. Quando ho sentito la notizia della morte del Professor (Cardinal) Albert Vanhoye il 29 luglio 2021, molte esperienze indimenticabili degli ultimi 45 anni mi sono tornate alla mente come se stessi guardando un film. Ho ringraziato Dio per la sua lunga vita e la sua fruttuosa missione come grande professore, guida ideale e santo gesuita.
La prima volta che ho incontrato il Prof. Vanhoye è stato nel 1975 in un’aula del Biblicum. Ho avuto la fortuna di seguire il suo illuminante corso su “Testi del Nuovo Testamento sul sacerdozio”. Mi ha aiutato ad approfondire il sacerdozio di Cristo per come viene presentato specialmente nella Lettera agli Ebrei. Mi ha sfidato a cambiare la mia percezione limitata del sacerdote cristiano come figura cultuale (come nell’Antico Testamento). Mi ha permesso di avere una nuova visione di un sacerdote come Cristo che “doveva essere reso simile ai suoi fratelli in tutto, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fiducia al servizio di Dio” (Eb 2,17) e delle persone in difficoltà.
Sono stato anche affascinato dalla presentazione sistematica del professor Vanhoye del sacerdozio di Cristo nella struttura letteraria della Lettera agli Ebrei (stabilita scientificamente in base a molteplici criteri). Le sue lezioni piene di acume e il suo libro pionieristico mi hanno ispirato a fare la mia tesi di dottorato sotto la sua direzione esperta.
Ricordo vividamente il mio incontro con il Prof. Vanhoye quando gli chiesi di essere il relatore della mia tesi. Dopo avermi ascoltato attentamente, mi disse: “Lei sa che non sono uno specialista di Giovanni”. Fui toccato dalla sua umiltà. “Ma lei è un esperto di strutture”, risposi, “quindi mi può aiutare a scoprire la struttura letteraria del Vangelo di Giovanni e la sua affascinante Cristologia”. Anche se era molto occupato, accettò volentieri di accompagnarmi.
Era un uomo di poche parole e una persona pratica. Mi disse che la prima cosa da fare era leggere attentamente il testo greco del Vangelo di Giovanni molte volte per individuare i criteri utilizzati dall’autore. Pur non essendo un compito facile, a poco a poco mi resi conto della saggezza del mio relatore che mi aiutò a scoprire una trentina di criteri diversi. Poi mi incaricò di fare un’indagine critica sulle strutture del Vangelo di Giovanni proposte da diversi esperti in base ai criteri da loro utilizzati. Mi fece capire che solo la convergenza di diversi tipi di criteri avrebbe garantito l’obiettività nello stabilire la struttura letteraria del Quarto Vangelo.
In quella fase critica del mio lavoro di dottorato mi ammalai gravemente (si sospettava una leucemia) e dovetti interrompere i miei studi per curarmi in India. Il mio futuro era incerto! Quando condivisi con lui le mie paure, si preoccupò molto come un vero fratello maggiore; mi assicurò le sue preghiere e mi invitò a confidare nel Signore. Si tenne in contatto con me attraverso le sue affettuose lettere durante il trattamento prolungato che dovetti seguire e la convalescenza. Al mio ritorno a Roma dopo un anno, ascoltò con attenzione la mia condivisione e mi incoraggiò a completare il mio dottorato. Ho sperimentato quanto fosse gentile e compassionevole, amorevole e premuroso. Alla discussione della mia tesi si rallegrò tanto quanto me per l’esito positivo. Mi resi conto di quanto fosse un gesuita altruista e santo, con Magis come motto e A.M.D.G. come scopo del suo ministero. Che possa essere il patrono dei professori e degli studenti delle Sacre Scritture!