Di Jean-Marc Balhan, SJ e Markus Schmidt, SJ

La riflessione sull’ecumenismo e sul dialogo interreligioso è un servizio che la Compagnia di Gesù continua a offrire alla Chiesa cattolica. Il gruppo consultivo internazionale del P. Generale per il dialogo ecumenico e interreligioso si è riunito dal 5 all’8 settembre 2022, per l’incontro annuale che si è svolto presso la Curia Generalizia a Roma.

Ecumenismo

La parte dell’incontro dedicata all’ecumenismo è stata incentrata sul tema “La sinodalità in un contesto ecumenico: Riconoscere e imparare dall’altro” ed è iniziata lunedì 5 settembre con una stimolante presentazione del Rev. Jamie Hawkey della Comunione anglicana, teologo e presidente del Westminster Abbey Institute. Il dottor Hawkey ha spiegato come la Comunione anglicana, in particolare la Chiesa d’Inghilterra, pratica la sinodalità. Nel pomeriggio, l’arcivescovo Khajag Barsamian, rappresentante della Chiesa armeno-apostolica a Roma, ha presentato al gruppo la pratica della sinodalità all’interno della sua Chiesa. La sua presentazione è stata provocatoria e ha favorito una vivace discussione.

Martedì mattina, tre membri del gruppo consultivo hanno presentato le loro riflessioni sulla sinodalità, ciascuno nel proprio campo di competenza. Heru Prakosa (Indonesia) ha parlato della sinodalità nell’Islam e Geraldo Luíz de Mori (Brasile) ha riflettuto sulla sinodalità nel Pentecostalismo, mentre Milan Žust (Slovenia) ha presentato la sinodalità dalla prospettiva del Centro Aletti di Roma, basandosi sulle riflessioni e sull’esperienza dell’équipe del centro. James Hanvey, consulente del P. Generale Arturo Sosa e Segretario del Servizio della Fede presso la Curia Generalizia, ha fornito un aggiornamento sul processo sinodale che Papa Francesco ha avviato ad ottobre 2021, in linea con la preparazione del Sinodo dei Vescovi che si terrà ad ottobre 2023. La sinodalità sarà il tema centrale dell’incontro. Per questa sessione è stata invitata anche suor Nathalie Becquart, sottosegretaria del Sinodo dei Vescovi.

Dialogo interreligioso - “Religione e nazionalismo”

La riflessione sulle relazioni interreligiose, durante questo incontro, si è concentrata su un tema molto attuale: “Religione e nazionalismo”. L’introduzione è stata fatta da David Nazar, un gesuita canadese di origine ucraina, attualmente Rettore del Pontificio Istituto Orientale di Roma. Egli ha raccontato come, in alcuni Paesi dell’Europa orientale, le Chiese siano diventate importanti veicoli di identità etnica e nazionale: nel bene, nel caso della resistenza contro i regimi totalitari, ma anche nel male, quando hanno contribuito alla creazione di nuovi nemici. La sfida principale per queste Chiese è come adattare la loro missione dopo un periodo di resistenza a forze socio-politiche avverse.

Heru Prakosa (Indonesia) ha presentato una panoramica della situazione e Jean-Marc Balhan (Türkiye) ha spiegato in dettaglio il ruolo dell’Islam nella definizione di ciò che significa oggi “essere turco”. Greg Sharkey (Nepal) ha presentato una sintesi dei legami tra buddhismo e sentimento nazionalista, autorità civile e solidarietà etnica in diversi Paesi asiatici. Sebastian Painadath (India) ha parlato del nazionalismo indù (Hindutva), proponendo una risposta cristiana. Nel campo delle religioni tradizionali, ci sono stati due interventi: Mpay Kemboly (Congo) ha presentato le tensioni tra le religioni tradizionali africane e le religioni rivelate importate, e Felipe Ali Modad (Messico) ha parlato di potere, autorità e nazionalismo nelle spiritualità indigene dell’America Latina.

L’ultimo giorno, ogni membro del gruppo consultivo ha presentato la propria relazione annuale al P. Generale e l’ha esaminata con lui. I membri hanno anche condiviso i loro punti di vista sugli ultimi sviluppi della situazione del dialogo e sul ruolo dei gesuiti in questo campo, nelle rispettive regioni. L’incontro si è concluso con una celebrazione eucaristica presieduta dal P. Generale, con un rendimento di grazie al Signore per il lavoro della Compagnia in questi importanti campi, un impegno che sta contribuendo a portare una sempre maggiore comprensione tra persone di religioni diverse.