Savarimuthu Ignacimuthu, SJ: un biologo… e molto di più
Intervista a cura del SJES (Segretariato per la Giustizia
Sociale e l’Ecologia)
[Da “Gesuiti 2024 - La Compagnia di Gesù nel mondo”]
Intervista a un gesuita che ha messo la scienza nelle mani dei poveri.
Ovunque siano stati inviati nel mondo, i gesuiti hanno dato importanti contributi non solo nel ministero pastorale e nell’educazione, ma anche nelle discipline scientifiche. Questo è stato il caso dell’India e lo è ancora oggi. Pur non essendo direttamente coinvolti in campo ambientale, negli ultimi anni i gesuiti hanno preso sempre più iniziative in quella che può essere definita giustizia ambientale. La promozione della consapevolezza ecologica, la riforestazione, le misure di purificazione dell’acqua, la difesa delle risorse naturali tribali ne sono alcuni esempi, mentre altri hanno studiato la biodiversità o creato giardini botanici.
Un uomo di scienza che spicca tra i gesuiti indiani è
padre Savarimuthu Ignacimuthu. Principalmente un biologo, il suo campo di
ricerca è tuttavia molto più ampio, con oltre 800 articoli scientifici e 80
libri pubblicati, due brevetti statunitensi e 12 indiani. Vale la pena
ricordare che una specie di insetto porta il suo nome, Jacthrips ignacimuthui, così come una molecola naturale, la Ignaciomycin. Fa parte dell’1% dei
migliori scienziati al mondo per numero di citazioni da parte di altri
scienziati. Lo abbiamo intervistato.
Padre Ignacimuthu, lei è un uomo di scienza e un uomo di Dio; dove trova l’unità nella sua vita?
L’esperienza fondamentale del Divino che ho vissuto nella mia infanzia e lo stupore e la meraviglia che provo quando vengo a contatto con la natura mi hanno aiutato a integrare la mia spiritualità, che consiste nel vedere Dio in tutte le cose e tutte le cose in Dio. Il riconoscimento della presenza di Dio negli esseri creati e nelle cose dell’universo è il risultato della mia unione con Dio. Attraverso le cose create, grandi o piccole che siano, il divino mi interpella, mi penetra e mi plasma. Così, creazione e spiritualità convergono nella mia percezione della realtà che consiste nella visione di Dio dentro il mondo concreto. In questo modo sperimento l’unità dell’essere uomo di scienza e uomo di Dio.
Che cosa ha imparato dal suo lavoro di biologo?
La lezione più importante che ho imparato dal mio
lavoro di biologo è stato comprendere che ogni cosa e ogni vita sono
interconnesse e interdipendenti in questo mondo. La natura ordinata dell’universo e la diversità
delle forme di vita sulla terra sono molto evidenti ovunque. Esse manifestano
costantemente la loro unità e parentela. La complessità della vita e la sua
perfetta coordinazione sono veramente tappe fondamentali verso lo stupore e la
meraviglia. I principi matematici che governano ogni cosa in questo universo e
nel mondo ne sono la base. Ad esempio, l’eleganza e l’organizzazione del DNA e
dell’RNA, con le molteplici conseguenze dei loro meccanismi di copiatura e le
implicazioni nel modo in cui si esprimono, sono affascinanti. L’ampia
interazione vicendevole di minuscole cellule indipendenti e la formazione di
vari organi che contribuiscono al successo della vita sono in effetti le prove
dell’affinità che unisce ogni cosa.
Lei ha fatto scoperte e invenzioni e ha vinto molti premi. In tutto questo, come pensa di aver servito i poveri del suo Paese?
I risultati della mia ricerca hanno contribuito al benessere dei poveri nei seguenti modi: 1) L’India è un Paese in cui l’agricoltura occupa un posto importante nella vita dei poveri. Quando ci siamo resi conto di come i contadini poveri soffrissero a causa dell’uso eccessivo di pesticidi chimici di sintesi e di come l’ambiente e i cereali per l’alimentazione umana ne risentissero, abbiamo deciso di trovare un’alternativa. Abbiamo sviluppato un biopesticida naturale chiamato PONNEEM che è sicuro, ecologico e biodegradabile e oltretutto meno costoso dei pesticidi chimici. Abbiamo anche insegnato agli agricoltori a prepararlo da soli. 2) L’India è anche un Paese in cui molte persone dipendono dalla fitoterapia per curare le malattie. Abbiamo verificato scientificamente alcune erbe e ne abbiamo promosso l’uso tra i poveri. 3) Durante la pandemia di Covid-19, abbiamo sviluppato un disinfettante naturale per le mani a base di erbe, molto efficace contro gli agenti patogeni e lo abbiamo diffuso tra i poveri. 4) Molti libri di testo sull’ambiente, la biotecnologia, la bioinformatica e la bioetica sono stati scritti e pubblicati da rinomati editori in India a basso costo per aiutare gli studenti poveri.
In che modo i vostri impegni sono stati collegati alle idee di Papa Francesco nella sua enciclica Laudato si’?
Papa Francesco ha lanciato un chiaro appello a
prendersi cura della nostra madre terra. Noi abbiamo risposto all’appello.
Abbiamo formato più di 50.000 studenti come agenti di protezione ambientale,
più di 60.000 agricoltori alla pratica dell’agricoltura biologica e
sostenibile, documentato la diversità dei fiori e degli insetti dei Ghats
occidentali del Tamil Nadu e pubblicato le conoscenze mediche tradizionali
delle popolazioni tribali indigene del Tamil Nadu a beneficio delle generazioni
future. Abbiamo anche formato 10.000 donne contadine alla preparazione di
fertilizzanti naturali come il vermicompost arricchito, per ridurre l’uso di
fertilizzanti chimici sintetici. Abbiamo formato molti gruppi di donne che si
auto-aiutano nella preparazione di prodotti sanitari e per la casa a base di
erbe, con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento. Ho scritto libri su spiritualità
ambientale e su come pregare con il creato per promuovere l’amore per la nostra
casa comune.