Un cammino per essere competenti, consapevoli, compassionevoli ed impegnati

24 gennaio: Giornata Internazionale dell’Educazione.

La Compagnia di Gesù si sente naturalmente chiamata a celebrarla. Ci sarebbero migliaia di esempi di “educazione gesuita”. Eccone uno di Panama che, pur provenendo da un collegio tradizionale, presenta un programma di educazione non formale che offre una nuova dimensione alla formazione dei giovani.

I 50 anni del “Servicio Social Javeriano” (SSJ)“Colegio Javier” di Panama

Di Eduardo Valdés, SJ - Provincia del Centroamerica
[Da "Gesuiti 2021 - La Compagnia di Gesù nel mondo"]

Eccoci arrivati alle nozze d’oro del nostro servizio sociale. Il primo era nato nel 1971, anche se l’idea e delle prime pratiche risalgono al 1970, in risposta alla raccomandazione fatta negli anni Sessanta nel corso di una riunione di Superiori, Viceprovinciali e Provinciali dell’America Latina. Questo punto di vista e questo modo di procedere si consolidarono con un invito rivolto a tutti i gesuiti affinché lavorassero per la fede e la giustizia come grande rinnovamento del “nostro modo di procedere”.

Il Servicio Social Javeriano (SSJ – Servizio Sociale Saveriano) è diventato il simbolo del nostro modo di trasmettere dei valori ai nostri studenti. È la conclusione di un percorso di formazione che comincia dalla scuola materna (dai 3 ai 5 anni) e che culmina al penultimo anno delle scuole superiori. Durante quasi un mese (ventotto giorni, per la precisione) gli alunni sono suddivisi in gruppi ridotti che convivono in comunità contadine, presso le quali si collabora nella costruzione di cappelle, mense, saloni multiuso, latrine, ecc. … e nelle quali lavoriamo, abitualmente, con i delegati della Parola e/o con associazioni municipali.

La parte organizzativa è unita alla ricerca di una preparazione adeguata ed appropriata di ciascuno studente; già nell’anno precedente al loro SSJ, gli allievi realizzano brevi esperienze di convivenza e di costruzione. Vengono offerti loro corsi di pronto soccorso, di leadership, di tutto ciò che può aiutarli a consolidare il loro gruppo di lavoro. Il pomeriggio precedente alla partenza, i giovani ed i loro familiari partecipano a una messa di congedo. Abbiamo raccolto moltissimi dati, dettagli ed esperienze che hanno dato origine a regolamenti e percorsi di sviluppo che ci aiutano a mantenere il discernimento di fronte ai cambiamenti culturali dei nostri giovani ed alle variazioni nella cultura contadina.

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Per la maggior parte dei nostri studenti, il SSJ è il punto di riferimento della scuola e diventa il prisma per mezzo del quale si riesce a vedere ed a toccare l’abbondanza dei loro cuori, anche solo per incoraggiarli e prendere atto del lavoro che ci resta da fare. Negli anni trascorsi, abbiamo potuto valutare che percorso stanno seguendo i nostri giovani per raggiungere la competenza, la consapevolezza, la compassione e l’impegno.

Per mezzo del SSJ, i nostri giovani godono di momenti di pausa ignaziana, di riflessione su quanto stanno vivendo, di celebrazione della messa tutte le domeniche, di partecipazione alle attività religiose e celebrative. I ragazzi sono colpiti dalla fede semplice e profonda dei delegati della Parola e della comunità; si commuovono per la realtà nella quale vivono le persone del luogo, ne vedono la povertà economica e la ricchezza nella solidarietà, le difficoltà che superano per poter sopravvivere e la generosità nella condivisione; osservano le rivalità, le fragilità e la rassegnazione dei poveri davanti alla vita, la capacità di sperare, di realismo umano e di fiducia in Dio. Fondono, così, la loro formazione ignaziana con questa realtà che toccano e vivono mediante l’affetto e la vicinanza con l’altro.

Alcuni giovani hanno qualche carica che condividono con altri membri del gruppo e che fa sì che mostrino il loro valore, o il cammino che resta loro da percorrere perché affiori il meglio di ciascuno. Il tipo di sensibilità che vivono permette di mostrare i processi, le inquietudini, la vulnerabilità, ma anche la forza, l’immaginazione creativa e l’impegno in cambio di un lavoro concreto. Per la scuola è una sfida, un invito a non lasciar perdere questa profondità umana, a trovare percorsi per continuare ad aiutarli a crescere, sotto ogni aspetto. C’è un futuro per loro, un futuro che si costruisce sulle fondamenta delle Preferenze Apostoliche Universali della Compagnia.

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I nostri giovani sono cittadini e pochi hanno esperienza nella natura. Trovarsi in luoghi dove non c’è elettricità, luoghi difficili da raggiungere, case sparse in campagna e sulle montagne, tutto ciò offre loro un modo nuovo di osservare il cielo, gli alberi, gli animali e il modo di vita rurale. Ciò che colpisce sono anche i cambiamenti nel modo di ascoltare i rumori ed il canto degli uccelli, insieme alla conoscenza di certi animali, insetti ed erbe che quasi non conoscevano o che vedevano solo su internet. Ricordano e cercano cibi e stuzzichini di cui disponevano a casa loro, ma si ritrovano con prodotti dal sapore più naturale e quasi senza elementi artificiali: attraversano una specie di “purificazione” alimentare; per molti si dischiude una porta verso una natura non così artificiale.

La conversione di questi giovani ha un elemento speciale: provengono da famiglie cristiane e il SSJ è per loro un momento in cui la parte affettiva della loro fede è profondamente toccata dalla realtà e dai volti concreti delle persone che cominciano a stimare ed a riconoscere nella loro dignità. Permette, inoltre, di dimostrare e di lasciare un’azione compiuta insieme ai membri della comunità e serve come memoria, per non dimenticare. Il ricordo e la presenza di quest’esperienza è difficile da soppesare in rapporto al peso delle loro decisioni, anche se conservano questa scintilla per aiutare gli altri e non evadere dalla realtà. Resta, comunque, la grazia che compie silenziosamente la sua opera.

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Pubblicato da Communications Office - Editor in Curia Generalizia
Communications Office
L’Ufficio Comunicazione della Curia Generalizia pubblica notizie di interesse internazionale sul governo centrale della Compagnia di Gesù e sugli impegni dei gesuiti e dei loro partner. È anche responsabile delle relazioni con i media.

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