Giovanni Antonio Solinas SJ, beatificato in Argentina il 2 luglio 2022
Sono conosciuti come i “Martiri del Zenta”, una regione poco nota del nord-ovest dell’Argentina. Si tratta di un sacerdote diocesano, don Pedro Ortiz de Zárate, e un gesuita di origine sarda, Giovanni Antonio Solinas, i quali si sono entrambi dedicati anima e corpo all’evangelizzazione delle popolazioni indigene durante il periodo delle “missioni gesuitiche” della seconda metà del XVII secolo. Anche altri cristiani, 18 in tutto, hanno dato la loro vita in questa missione.
Nato
nel 1643 in Sardegna, Giovanni Antonio Solinas conobbe i gesuiti nella scuola in
cui ricevette una solida formazione culturale e religiosa. Scelse di entrare
nella Compagnia di Gesù appena terminati gli studi, con il sogno di diventare
missionario in India, come San Francesco Saverio, che era il suo modello.
Subito dopo l’ordinazione sacerdotale, fu inviato in Paraguay e lavorò per
dieci anni nelle famose “Riduzioni”, che i gesuiti avevano istituito per
permettere alle popolazioni indigene di vivere meglio e in pace. Poi fu inviato
nella Valle del Zenta, oggi nella provincia di Salta in Argentina, per portare
il Vangelo agli indigeni Hohomás. Lì venne martirizzato il 27 ottobre 1683. Dal
momento della sua tragica morte, si parlò della sua santità sia nei territori
della missione che in Sardegna.

La causa di beatificazione dei due sacerdoti martiri dell’epoca, uno diocesano e l’altro gesuita, è stata portata avanti dalla diocesi di Orán sotto la responsabilità della postulatrice, suor Isabel Fernández, della Congregazione delle Hermanas Educacionistas Franciscanas de Cristo Rey (Suore Francescane di Cristo Re), la quale ci ha raccontato quanto questo compito l’abbia segnata nella testimonianza che segue.
“È una gioia immensa offrire questa testimonianza. Per me, figlia della Chiesa, il martirio è un dono sublime e la prova suprema dell’amore, perché un discepolo accetta liberamente la morte per seguire Gesù. Come figlia di questa terra argentina, ammiro gli uomini e le donne che hanno dato la loro vita per costruire questa nazione e per seminarvi il Vangelo.
La presenza dei popoli autoctoni è antica e molto diversificata. Il loro incontro con gli spagnoli è ricco di luci e ombre, che sono sempre più oggetto di studio. Ma dalla storia dell’evangelizzazione emergono sempre esempi meravigliosi.
Studiare
questo martirio avvenuto nel 1683, in una valle disabitata del Zenta (Salta), è
stata una vera sfida, che è stata resa possibile grazie all’abbondante
documentazione civile ed ecclesiastica. I vescovi di Nueva Orán, così come gli
storici e i testimoni contemporanei della sua fama, se ne sono interessati. Il
mio compito è stato quello di incoraggiare e guidare il lavoro di tutti loro,
ai quali sono molto grata. In pochissimi anni sono state completate le fasidiocesana e romana della Causa.

Sono rimasta sorpresa dai numerosi gruppi etnici indigeni della regione, dai loro costumi, dalle loro difficoltà e sofferenze. Il rapporto con i conquistatori era conflittuale. Tuttavia, apprezzo molto le persone di valore, come Pedro Ortiz de Zárate, che amava gli indios, in qualità di amministratore, sindaco e poi parroco, così come gli indios amichevoli che collaboravano con lui, anche se ce n’erano altri che erano ostili per ragioni comprensibili. Ammiro i missionari gesuiti, come il padre Solinas, che hanno condiviso tutto con gli indios, in maniera generosa e disinteressata, per seminare tra loro l’amicizia, la pace e la Parola di Dio.
L’arrivo
della comunità missionaria nel Chaco, composta da creoli, spagnoli, indios,
neri e mulatti, uomini e donne, è stato un evento memorabile. Diciotto di loro,
inclusi i due sacerdoti, hanno dato la loro vita per vivere e annunciare il
Vangelo. Oggi risuona di nuovo la chiamata di Dio a rispettare le popolazioni
autoctone, senza perdere lo zelo apostolico dei discepoli missionari di Gesù; e
credo che sia ancora possibile raccogliere carismi e forze per il Vangelo e la
salvezza dell’umanità.”
In un prossimo articolo, il messaggio del p. Arturo
Sosa, Superiore Generale, in occasione della beatificazione del p. Giovanni
Antonio Solinas e alcune immagini della celebrazione a San Ramón de la Nueva
Orán (Argentina).