“Lo stato della JCAP” all’inizio del 2024

Il Padre Generale a Sydney, in Australia, all’Assemblea della Conferenza dell’Asia-Pacifico

A più di 16.000 km da Roma, il Padre Generale sta partecipando all’Assemblea dei Superiori Maggiori della Conferenza dei Gesuiti dell’Asia-Pacifico (JCAP). È un’occasione per incontrare personalmente i suoi più stretti collaboratori gesuiti della Conferenza. La JCAP è geograficamente molto estesa, ma ha il minor numero di gesuiti delle sei Conferenze. La JCAP si estende da nord a sud, dalla Corea del Sud all’Australia, e da ovest a est, dalla Cina alla Papua.

Questa volta, l’incontro biennale dei Provinciali e dei Superiori Regionali si concentrerà in particolare sull’esame della “vita-missione” della Compagnia nella Conferenza al termine dei sei anni in cui è stata presieduta dal p. Antonio Moreno. Vi verranno esaminati i frutti del Sinodo sulla sinodalità. Una sessione sarà dedicata alla conoscenza della rete Fe y Alegría, non ancora presente in Asia-Pacifico. All’ordine del giorno figura anche la ristrutturazione di Province, Regioni e Missioni, un progetto che comprende diversi aspetti di animazione e amministrazione.

All’inizio dell’incontro, il p. Arturo Sosa ha rivolto ai Superiori Maggiori un discorso in otto punti. Senza riportare tutti i contenuti, si noterà, come elemento che lega diverse parti del discorso, l’importanza di essere disponibili, aperti al cambiamento, sia all’interno della Compagnia che all’interno della Chiesa. La flessibilità nell’ascoltare lo Spirito è un’esigenza della nostra epoca. Il Superiore Generale ha insistito sulla necessità di un examen del modo in cui le Preferenze Apostoliche Universali sono vissute e applicate. Egli è poi tornato sul significato della collaborazione di tutti, gesuiti e partner, per una missione comune. Più in generale, il Padre Generale ha incoraggiato i suoi confratelli a far crescere in loro la visione di un corpo apostolico più unificato, sempre più aperto alla collaborazione.

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Fr Antonio Moreno SJ.

Questa Assemblea è l’ultima presieduta dal p. Antonio Moreno, che ha assunto l’incarico nel 2017 e che tra pochi giorni lascerà il posto al p. Primitivo (June) Viray, il quale ha concluso da poco il suo mandato come Provinciale delle Filippine. Abbiamo colto l’occasione per chiedere al p. Tony di ripensare ai sei anni durante i quali è stato Presidente della JCAP.

Che cosa ricorderà maggiormente e che quadro traccia dell’evoluzione della vita dei gesuiti durante il suo mandato?

La Conferenza che avete davanti agli occhi è il frutto della collaborazione, e non di poche persone. C’è una maggiore collaborazione e solidarietà per le unità piccole e in difficoltà come Myanmar, Thailandia, Timor Est e Cambogia. Sono stati inclusi Laos e Pakistan. Un numero maggiore di reti e settori si è mobilitato e ha promosso la collaborazione intersettoriale: migranti e rifugiati, istruzione di base e superiore, riconciliazione con il creato. Le reti di dialogo (con l’Islam e il Buddhismo) hanno ampliato la loro attività di ricerca e pubblicazione. La rete di spiritualità ignaziana ha condotto seminari sul discernimento in comune e sulla conversazione spirituale. Sono state create cinque nuove reti: Rete di spiritualità ignaziana, Responsabili dello sviluppo, Protezione del ministero, Decani dei centri teologici e filosofici e Archivisti. Per quanto riguarda la leadership, per la prima volta il Padre Generale si è rivolto ai consultori delle Province e delle Regioni. Abbiamo anche tenuto un seminario sulla leadership in quattro moduli per i gesuiti e i loro partner nella missione. Infine, posso citare la formazione degli educatori in pedagogia ignaziana e leadership.

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Che dire della vita spirituale e apostolica dei gesuiti e dei loro partner laici nella missione? A febbraio del 2020, i Superiori Maggiori hanno tenuto il loro primo ritiro di otto giorni a Baguio City, prima di mettere a punto il nostro piano apostolico. I partecipanti hanno pensato che fosse un momento favorevole per pregare e discernere dove lo Spirito ci stava conducendo. Poco tempo dopo, la pandemia ha reimpostato la nostra vita-missione gesuita. Per molti versi, la pandemia ha inaugurato una nuova era di grande fede, solidarietà, creatività e resilienza. La vita-missione dei gesuiti nella Conferenza è stata arricchita da vari tentativi di integrare l’appropriazione e l’attuazione delle Preferenze Apostoliche Universali (PAU), anche se ciò rimane disomogeneo nelle varie zone dell’Asia-Pacifico. Con la celebrazione dell’Anno Ignaziano, il nostro examen sul voto di povertà, le sfide e le opportunità durante il periodo della pandemia e l’examen del De Statu Societatis Iesu (DSS), siamo andati avanti. Posso aggiungere che, molto concretamente, c’è un rinnovato interesse per la situazione in Myanmar, così come per Cina, Laos e Pakistan.

Abbiamo osato chiedere al p. Moreno qual è la cosa più importante che ha imparato in questi anni.

La cosa principale che ho imparato è la leadership sinodale nella Compagnia universale. Si tratta di promuovere una nuova cultura che richiede di abituarsi al discernimento orante, alla collaborazione, alla pazienza, alla costruzione della fiducia. Si tratta di essere disponibili a lasciarsi guidare dallo Spirito, di camminare insieme, di ascoltarsi a vicenda, e tutto questo mantenendo un buon senso dell’umorismo. Ora so meglio cosa significa sinodalità.

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Pubblicato da Communications Office - Editor in Curia Generalizia
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L’Ufficio Comunicazione della Curia Generalizia pubblica notizie di interesse internazionale sul governo centrale della Compagnia di Gesù e sugli impegni dei gesuiti e dei loro partner. È anche responsabile delle relazioni con i media.

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