L’educazione gesuita: una tradizione viva ancora oggi
In occasione della 6ª Giornata Internazionale dell’Educazione – 24 gennaio
Di José A. Mesa SJ, Segretario per l’Educazione Secondaria e Pre-secondaria
Durante i primi secoli dell’opera educativa della Compagnia di Gesù, una
frase del p. Juan Bonifacio SJ catturava lo spirito che animava l’entusiasmo
dei gesuiti per l’istruzione: Puerilis institutio est renovatio mundi (L’istruzione
della gioventù è il rinnovamento del mondo). I gesuiti erano convinti che lo
scopo dell’istruzione fosse quello di formare persone di carattere retto che
potessero lavorare instancabilmente per il bene comune della società come
servizio a Dio. I gesuiti accolsero con entusiasmo l’idea dell’istruzione come
mezzo per trasformare gli individui e le società. In seguito, la Ratio
Studiorum del 1599 introdusse l’ordine e l’uniformità nelle scuole della Compagnia,
proponendo un piano di studi comune. Queste scuole svolsero un ruolo importante
nel plasmare l’istruzione nel mondo, soprattutto nei territori cattolici,
offrendo in molti casi le uniche opportunità educative disponibili. Dopo la
Rivoluzione francese, l’istruzione è diventata una priorità per le società
civili ed è stata spesso considerata come un servizio pubblico nelle mani dello Stato.
Oggi l’istruzione continua a essere una priorità per le nazioni. Il quarto obiettivo dello Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite è “fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”. Anche l’UNESCO ha recentemente (2021) sottolineato l’importanza dell’istruzione per affrontare le sfide che abbiamo come umanità. L’organizzazione ha chiesto un Nuovo Contratto Sociale per l’Educazione per “reimmaginare insieme il nostro futuro” come umanità. Allo stesso modo, Papa Francesco ha invitato i leader mondiali a creare un Nuovo Patto Educativo Globale per rispondere al cambiamento epocale che stiamo vivendo come umanità con sfide come il cambiamento climatico, la giustizia sociale, l’uguaglianza di genere, gli sviluppi tecnologici e la formazione alla fede.
Il Padre Generale Arturo Sosa ha invitato le reti educative della
Compagnia a prestare attenzione a questi cambiamenti: “Le nostre istituzioni
devono essere coscienti del cambiamento antropologico e culturale che stiamo
vivendo e devono sapere come educare e formare in modo nuovo per un futuro
diverso” (JESEDU, Rio de Janeiro 2017). Ricreare, re-immaginare, re-inventare è
necessario per continuare la nostra tradizione viva e per assicurarci che l’istruzione
che offriamo alle nuove generazioni sia oggi rilevante come lo è stata per molte generazioni precedenti.
Il nostro apostolato educativo sta rispondendo alle sfide con crescente creatività e vigore. Nuovi modelli, specialmente quelli che si rivolgono ai più poveri delle nostre società, come Fe y Alegria, Cristo Rey, Nativity, SAFA e altri, stanno consentendo a milioni di persone di sperimentare l’istruzione di qualità che Papa Francesco e l’UNESCO immaginano per il mondo. Le nostre scuole hanno messo la tecnologia e i nuovi sviluppi della pedagogia al servizio del nostro obiettivo di educare le persone per e con gli altri in un quadro evangelico. Le Preferenze Apostoliche Universali e gli Identificatori Globali del documento UnaTradizione Viva hanno guidato le nostre scuole nel discernere come offrire un’istruzione di qualità per il nostro tempo. Questo ha significato anche impegnarsi con altre reti cattoliche, educative e sociali per condividere le pratiche, sognare il futuro e trovare nuove strade. L’opera educativa della Compagnia continua, come l’educazione in generale, a essere un lavoro in corso.
Come hanno dichiarato i delegati per l’Educazione nel 2017 a Rio de Janeiro: “Siamo chiamati a un autentico discernimento in continuità con il nostro patrimonio spirituale per rispondere in modo creativo alle sfide del nostro mondo e delle nuove generazioni che frequentano le nostre scuole. Siamo coscienti che la nostra tradizione ci chiama a impegnarci in una conversazione continua sui migliori mezzi per servire la nostra missione oggi, che deve riflettersi nel rinnovamento e nell’innovazione delle nostre scuole e dei nostri modelli pedagogici. Tutto questo deve portare le nostre scuole a usare l’immaginazione ignaziana per proporre e attuare migliori pratiche educative che possano davvero incarnare l’eccellenza umana della nostra opera educativa e trasformare i nostri studenti, le nostre società e noi stessi.”