Accompagnare i giovani sulle montagne russe

Caleb Mwamisi - Responsabile per la comunicazione e la ricerca - AJAN - Nairobi, Kenya
[Da “Gesuiti 2022 - La Compagnia di Gesù nel mondo”]

Un’iniziativa per educare e rendere capace la gioventù africana di vivere con uno scopo.

È un soleggiato venerdì pomeriggio di inizio dicembre nell’area orientale di Nairobi, quando un’auto che trasporta una squadra di formatori dell’African Jesuit AIDS Network (AJAN) si insinua lungo un sentiero fangoso in direzione di una scuola elementare. Colpi di pistola fenderanno spesso l’aria della zona, quando la polizia inseguirà i criminali che si ritirano nelle baraccopoli densamente popolate dopo le loro attività illegali. Quando la preside della scuola ci riceve, ci riassume il compito da svolgere, ma ci tiene a ribadire la sfida che i suoi studenti affrontano quotidianamente: il reclutamento nella Gaza. Questa Gaza non ha nulla a che fare con la Palestina, ma è piuttosto una banda criminale nota per le rapine violente, gli stupri e altri disordini provocati a Nairobi e in altre città del Kenya.

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Nel suo impegno di educare e rendere i giovani africani capaci di rimanere liberi dall’HIV/AIDS e di fare uso del dono della vita per vivere con uno scopo, la rete AJAN si ispira al Vangelo di Giovanni: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). Uno dei suoi programmi, AJAN HIV and AIDS Prevention Programme for Youth, “AHAPPY”, mira a ridurre la vulnerabilità e il contagio da HIV da parte dei giovani tra i 10 e i 24 anni. Con questo programma, l’AJAN lavora per promuovere lo sviluppo olistico e il raggiungimento del massimo potenziale di un giovane attraverso la cura personalis.

Dopo la preghiera e le presentazioni, il formatore Steve Arodi, inizia a coinvolgere gli studenti. “Quanti vogliono condividere i sogni della loro vita con noi?” Molte mani si alzano, con gli studenti che esprimono la loro ammirazione e il desiderio d’intraprendere carriere come l’aviazione, l’ingegneria e la sanità, tra le altre. “Cosa può ostacolare i vostri sogni?”, continua a sondare. La “palla”, dice un ragazzo, e il resto degli studenti scoppia a ridere perché la parola usata in gergo si riferisce alla gravidanza. Molte altre minacce alla realizzazione dei sogni vengono menzionate, e tra queste anche l’HIV e l’AIDS, che portano ad una discussione sulle cause, la diffusione, i sintomi, le conseguenze della malattia, la sua prevenzione e il suo trattamento. Tuttavia, oltre a dare informazioni sulla prevenzione dell’HIV, il formatore ricorda agli studenti che anche una persona infetta può vivere una vita vincente.

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“C’è qualcuno qui che sa cantare o rappare?” chiede un altro formatore. Quando gli studenti esitano a rispondere, fa una domanda correlata: “Chi è il tuo rapper preferito?” “Tupac Shakur”, esclama con entusiasmo una ragazza, a cui si aggiungono altri che gridano lo stesso nome, e si apre un ulteriore dibattito in cui il formatore porta i ragazzi a sezionare criticamente la vita del suddetto rapper. Emerge che Tupac fu ucciso a Las Vegas nel 1996, una morte che fu attribuita alla sua musica aggressiva e ai suoi nemici gangster. Morire in quel modo violento a soli 25 anni, concordano gli studenti, è triste e sfortunato. “I suoi sogni si sono infranti”, osserva un’altra ragazza. Il formatore ha fatto sì che i giovani si esprimessero, approfittando di alcuni interventi per portare la conversazione ad un altro livello.

“C’è qualcuno che ritenete vi abbia deluso o ferito ad un certo punto della vostra infanzia o anche più recentemente?” ha chiesto Rosemary, un’altra formatrice, alzando l’asticella. Dopo un po’ di esitazione, gli studenti si sono fatti avanti, chi lamentandosi dei genitori, chi degli insegnanti, dei fidanzati, delle fidanzate e così via. Le loro delusioni riguardano la trascuratezza dei genitori, l’abuso fisico o semplicemente la punizione, l’amore non ricambiato, e così via. La formatrice ha poi suggerito che quello che dai minorenni può essere considerato amore è semplice infatuazione e ha aggiunto che un giovane ha bisogno di capire il proprio sé emotivo e di sviluppare la propria intelligenza emotiva.

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La giornata è stata sintetizzata in una sessione di cura. Agli studenti è stato concesso un momento di silenzio per rivedere la loro vita fino a quel momento, e poi è stato chiesto loro di guardare le loro azioni e quelle degli altri e di scrivere i loro pensieri, ciascuno seduto individualmente. Quindi, è stato chiesto loro di considerare la possibilità di perdonare se stessi e gli altri, come in un esame personale. Quando hanno finito, hanno stracciato i loro fogli e gettato i pezzi nel fuoco per significare la fine di un’epoca. Una preghiera guidata dal P. Ismael Matambura, direttore dell’AJAN, ha concluso l’incontro.

L’azione dell’AJAN ha dei limiti. L’assenza di consulenti che possano aiutare gli studenti con bisogni psicologici è un problema enorme. Il fatto che gli studenti passino la maggior parte del loro tempo in case inaccessibili al personale dell’AJAN rappresenta una sfida. Anche il Covid-19 ha avuto un impatto negativo sulla vita degli studenti perché essere lontani dalla scuola significa passare il tempo con le persone sbagliate. Si è avuto un numero considerevole di gravidanze e di situazioni piuttosto cupe, come il caso di uno stesso ragazzo che ha ingravidato tre ragazze adolescenti. “Ora abbiamo tutti il compito sovrumano di salvare le vite dei giovani cambiando la loro mentalità”, ha detto Suor Rose Macharia delle Suore della Misericordia del Kenya.

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Alla fine dell’incontro, il P. Ismael ha affermato che “la sessione di cura ha permesso agli studenti di riflettere e trovare se stessi e Dio. Sono stati in grado di prendere l’impegno di vivere una vita dignitosa, timorata di Dio e con uno scopo. Un esercizio spirituale come questo ha un effetto purificante sui cuori e sulle anime dei partecipanti”.

Le visite dell’AJAN nelle scuole mostrano l’attuazione delle Preferenze Apostoliche Universali, che invitano ad accompagnare i giovani nella creazione di un futuro pieno di speranza e a camminare con i poveri, con gli emarginati del mondo e con coloro la cui dignità è stata violata, in una missione di riconciliazione e giustizia.

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Pubblicato da Communications Office - Editor in Curia Generalizia
Communications Office
L’Ufficio Comunicazione della Curia Generalizia pubblica notizie di interesse internazionale sul governo centrale della Compagnia di Gesù e sugli impegni dei gesuiti e dei loro partner. È anche responsabile delle relazioni con i media.

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