Pope Francis Center: al servizio dei senzatetto a Detroit
Speramus meliora. Resurget cineribus, ovvero “Speriamo in cose migliori. Risorgerà dalle ceneri”. La frase è il motto ufficiale di Detroit (Michigan) e calza alla perfezione ad una città che ha sperimentato una così mutevole fortuna. Nel 1990, dopo vari decenni di crisi economica, il responsabile della parrocchia gesuita di Saints Peter and Paul aiutò Detroit a “risorgere dalle proprie ceneri”, avviando un servizio per i senzatetto della città. Per i successivi venticinque anni la parrocchia ha mantenuto aperto un piccolo Warming Center, un rifugio per scaldarsi, il cui funzionamento contava sul volontariato e su donazioni di cibo da parte dei fedeli.
Nel 2013 il Centro fu ampliato e potenziato con una cucina industriale, docce e lavanderia. Due anni più tardi, il padre gesuita Timothy McCabe venne nominato direttore esecutivo del Centro e lo ribattezzò Pope Francis Center (Centro Papa Francesco), in omaggio all’appassionato impegno del Papa a favore dei senzatetto. Grazie alle generose donazioni di singoli e aziende, il padre McCabe ha potuto ampliare sensibilmente l’offerta dei servizi del Centro. Attualmente è aperto sei giorni la settimana e serve due pasti principali al giorno. Gli utenti hanno a loro disposizione ogni settimana: assistenti sociali, avvocati, operatori sanitari, podologi, parrucchieri e meccanici per le biciclette.
Il Centro offre anche vaccinazioni contro l’influenza e l’epatite, periodici controlli dentistici e oculistici, sostegni per l’alloggio ed educazione sanitaria. Agli inizi della direzione del padre McCabe, il Centro accoglieva dalle sessanta alle settanta persone al giorno; oggi dà assistenza in media a centosettantacinque persone ogni giorno. Il personale ed i volontari mirano a instaurare relazioni con gli utenti, basate sul riconoscimento della dignità e del valore intrinseco di ognuno. Il padre McCabe sottolinea l’idea che non esista un “noi” ed un “loro”, ma solo un “noi”. I senzatetto dicono spesso di sentirsi invisibili, raccontano che la gente li scavalca - tanto in senso letterale che figurato - mentre va avanti frettolosamente per la propria strada. Eppure, quando entrano al Pope Francis Center, gli ospiti si sentono accolti calorosamente e riconosciuti come amati figli di Dio. Il personale del Centro accoglie ciascuno a seconda della specifica situazione e gli permette di condividere la propria storia assecondando il ritmo della narrazione.
Il padre McCabe ed i suoi collaboratori, ascoltando queste storie, si sono resi conto che esisteva una lacuna nei servizi per i senzatetto di Detroit. La maggior parte degli utenti non hanno fissa dimora da tempo, cioè si trovano in strada da oltre un anno o hanno subito più volte sfratti e sgomberi negli ultimi anni, mentre affrontavano situazioni debilitanti come gravi malattie mentali, dipendenze o invalidità fisica. È particolarmente difficile aiutare queste persone nella transizione dalla strada a un alloggio permanente e la città non è preparata a rispondere con efficacia ai loro bisogni.
Inoltre, Detroit ha sperimentato di recente alcuni cambiamenti economici determinanti: una popolazione in aumento e un numero crescente di attività commerciali affluiscono rapidamente al centro della città, che ricomincia a prosperare. Sfortunatamente, il boom economico non ha toccato tutti gli strati della società, il che implica che i senzatetto “cronici” sono stati espulsi dal centro della città. Il grave divario economico è ancora più pesante, mentre continuiamo a provare a rispondere alla chiamata del Papa per assistere gli emarginati con generosità. Secondo il padre McCabe “Detroit sta risorgendo ed è nostra responsabilità come gesuiti assicurarci che nessuno resti indietro”.
Il padre McCabe vuole far fronte a questo bisogno e, dopo un’intensa ricerca e varie visite alle istituzioni che offrono servizi efficienti in altre città, sta progettando l’apertura di un condominio di quaranta appartamenti concepiti come abitazione provvisoria a Detroit. Si baserà sul principio definito Housing First (Prima l’alloggio) e l’idea è quella di fornire agli utenti una dimora a breve termine (da novanta a centoventi giorni), così come vari servizi medici, di recupero, psicologici, sociali, di trattamento da tossicodipendenza e di formazione occupazionale. Lo scopo del programma è quello di aiutare i senzatetto “cronici” nella transizione dal vivere per strada o sotto i ponti ad alloggi di supporto permanente.
Il complesso disporrà anche di un innovativo rifugio esterno per gli utenti che non si sentano pronti o in grado di vivere all’interno a causa di qualche trauma o di qualche problema mentale. A causa del clima freddo della città, la zona del rifugio esterno avrà una pavimentazione in cemento riscaldato e caloriferi radianti sospesi. Il complesso potrà contare anche su un ambulatorio medico, posti letto per convalescenti, una palestra ed una fattoria urbana. Il progetto sarà il risultato della collaborazione fra l’attuale Pope Francis Center, la città, alcune istituzioni locali per la prestazione di servizi e membri della comunità locale. Nonostante i senzatetto “cronici” abbiano spesso difficoltà a riporre la propria fiducia nel prossimo, il padre McCabe spera che i rapporti avviati nel Centro facilitino l’adattamento degli inquilini al nuovo complesso.
Speramus meliora. Resurget cineribus. “Speriamo in cose migliori. Risorgerà dalle ceneri”. I senzatetto “cronici” sanno bene come si vive tra le “ceneri”. Il Pope Francis Center, e il nuovo complesso di alloggi provvisori offrono loro l’opportunità di “sperare in cose migliori”.
[Articolo della pubblicazione "Gesuiti - La Compagnia di Gesù nel mondo - 2020"]