L’interesse di Sant’Ignazio per l’Africa – Regno del Kongo
Una serie di post preparati dall'ARSI (l'Archivio della Compagnia di Gesù a Roma) in preparazione all'Anno Ignaziano.
Di Festo Mkenda, SJ - Storico
4. Sant'Ignazio e il Regno del Kongo
Per quanto Ignazio ne sapesse, il Regno del Kongo, situato nella parte occidentale dell'Africa centrale (da non confondere con l'attuale Repubblica Democratica del Congo o la Repubblica del Congo), era solo un altro posto in Etiopia. Il nome "Etiopia" si riferiva a una grande parte del continente africano, simile al modo in cui parliamo dell'Africa sub-sahariana oggi. Ignazio, come altri, usava "Africa" più specificamente per riferirsi alla parte del continente a nord del Sahara. Per esempio, nella sua lettera del luglio 1550 a Juan de Vega (1507-58), viceré di Sicilia, che comandava una campagna nell'attuale Tunisia, Ignazio si rivolge "all'esercito in Africa". Altri gesuiti degli inizi seguirono questo uso, riferendosi semplicemente ad ogni luogo dell'Africa sub-sahariana come "Etiopia". In una lettera del 1561, per esempio, il sacerdote gesuita André Fernandes scrisse: "Sono qui in Kaffraria, Etiopia, non lontano dal Capo di Buona Speranza.
In questa concezione generale, i primi gesuiti inviati nel Kongo pensavano di andare in Etiopia. Il Kongo era l'unico regno cattolico di tutta l'Africa. I re del Kongo avevano il controllo diretto sulle attività della Chiesa. Chiesero sacerdoti a Lisbona e a Roma, e la neonata Compagnia di Gesù fu chiamata a mettere a disposizione i missionari necessari. Nel 1548, i primi quattro gesuiti raggiunsero Mbanza-Kongo, la capitale del Kongo. Questo fu ottenuto in gran parte grazie alla mediazione del sacerdote e ambasciatore congolese Diogo Gomes (morto nel 1560).
I legami tra Ignazio e la missione del Kongo si poterono stabilire tramite molteplici fonti. Come Generale, riceveva regolarmente aggiornamenti sul Kongo dal Provinciale del Portogallo. In una lettera del luglio 1550 a Simon Rodrigues (1510-79), Ignazio stesso incluse il Kongo nella lista delle missioni che potevano beneficiare di una speciale indulgenza giubilare concessa da papa Giulio III (1487-1555, r.1550-55), le altre includevano India, Brasile e, significativamente, Africa.
L'ambasciatore Gomes è il collegamento più diretto che abbiamo tra Ignazio e il Kongo. Kongolese di origine portoghese, Gomes entrò nella Compagnia nel 1549 con il nome di Cornelius Gomes, diventando probabilmente il primo gesuita della storia a essere nato in Africa. In una lettera del luglio 1552 a Ignazio, Gomes informò il Generale sulle speranze della missione del Kongo, che stava avendo problemi. Gomes ebbe molto probabilmente un ruolo importante nella produzione di un catechismo Kikongo che fu stampato per la prima volta nel 1556, e che avrebbe costituito la base di una versione del 1624 che esiste ancora. In accordo con le istruzioni che Ignazio aveva preparato per l'Etiopia, Gomes e gli altri gesuiti del Kongo fondarono scuole per i giovani. Ignazio aveva un'alta opinione di Gomes e considerò persino di nominarlo Patriarca d'Etiopia.
La
missione dei gesuiti nel Kongo, ormai sotto la guida di Gomes, era impantanata in
dispute su quale dovesse essere la corretta interpretazione e pratica della
Fede. Questi problemi ebbero gravi conseguenze politiche. Incapaci di
integrarsi in una chiesa locale che non avrebbe ceduto a nessuna teologia
diversa dalla propria, i gesuiti lasciarono il Kongo nel 1555. La prima missione
dei gesuiti nell’Africa Sub-Saharian iniziò e terminò durante la vita di Sant’Ignazio.
Fig. 4.1. Mappa del Regno del Kongo [in corso].
Fig. 4.2. Rappresentazione di Mbanza-Kongo, conosciuta anche come São Salvador, nel XVII secolo.
Fig. 4.3. Una vista dei resti della cattedrale Mbanza-Kongo del XVI secolo (© INPC).
Fig. 4.4. Frontespizio del catechismo di Kikongo del 1624.
Fig. 4.5. Un Crocifisso dell'epoca delle prime evangelizzazioni nel Kongo.